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Home » Politica

Terzo Polo, Renzi e Calenda ancora non trovano l’accordo: “Così il partito unico non nasce”

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“Un nulla di fatto, così il partito unico non nasce”: è ancora in fase di stallo – a sentire le parole di Carlo Calenda – la trattativa tra Italia Viva e Azione per la fusione del cosiddetto “Terzo Polo” in un unico partito centrista. L’ex ministro dello Sviluppo economico, al termine del comitato politico ieri sera dopo 48 ore di veleni e dichiarazioni incrociate con gli alleati, spiega i punti che secondo lui non vanno: “Italia Viva ha ribadito che continuerà a fare attività nel 2024, cosa che per noi è inaccettabile. Abbiamo chiarito che negli organi di partito non potrà esserci chi ha conflitti di interesse: punto fondamentale. E allo stesso tempo questa è una questione dirimente: il Pd non è nato con la Margherita che continuava a fare politica parallelamente al Pd, con un altro segretario che non sedeva negli organi. Perché oggi Renzi non si è fatto vedere. Ci rincontreremo domani sera ma se questo punto non viene sciolto il partito unico non nasce”.

La riunione, racconta Calenda ai cronisti, “è iniziata con le parole di Maria Elena Boschi, non precisamente di reciproco rispetto. Io ho tenuto a rimarcare che tutte le cose che io ho portato all’attenzione sono questioni che hanno a che fare con la politica, su come si costruisce seriamente un partito unico, non questioni che hanno a che fare con il personale. Invece noi con Matteo Richetti siamo stati oggetto di attacchi molto violenti. Abbiamo chiarito che questo non è il modo con cui si lavora”. E ancora: “Abbiamo dovuto interrompere la riunione, rimandando a domani, perché forse Renzi ci farà sapere, ma è finita la pazienza“.

Il vertice si è concluso con l’accordo su tutti i punti e con l’aggiornamento a domani sulle ultime due questioni. “Rimangono aperte la questione soldi, su cui IV è disponibile a pagare il 50% delle spese e sulla richiesta di Calenda di non fare mai più la Leopolda”, si legge in una nota dell’ufficio stampa di Iv. “Su tutti gli altri punti – proseguono i renziani – accordo pieno sulla base del documento presentato da Azione. Lo scioglimento nostro e di Azione sarà contestuale all’elezione del nuovo segretario nazionale. Calenda ha chiesto a tutti i membri del comitato politico uscendo di fare dichiarazioni distensive e poi ha fatto il contrario, come sempre”.

Da Calenda sarebbe arrivata anche un’altra stilettata: “Abbiamo chiarito che negli organi direttivi del partito non potrà esserci chi ha conflitti di interesse”. Il riferimento – non tanto velato – è a Renzi, coinvolto sia in attività di conferenziere a pagamento nei Paesi arabi, sia nella direzione del quotidiano Il Riformista.

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