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Stretta sui raduni, Piantedosi: “Fermeremo solo i rave illegali, no a estensioni. Predappio? Una pagliacciata”

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Stretta sui raduni, Piantedosi: “Fermeremo solo i rave illegali, no a estensioni. Predappio? Una pagliacciata”

Le polemiche sul decreto anti-rave non accennano a placarsi. Il provvedimento, approvato nel primo consiglio dei ministri del nuovo governo, è accusato di inasprire le pene contro i raduni non autorizzati di qualsiasi genere, introducendo un nuovo reato che può essere contestato (d’ufficio) anche a chi si limita solo a partecipare, con pene fino a sei anni.

S&D

Critiche rispedite al mittente dal neoministro dell’Interno Matteo Piantedosi. “Credo sia interesse di tutti contrastare i rave illegali. Trovo invece offensivo attribuirci la volontà di intervenire in altri contesti, in cui si esercitano diritti costituzionalmente garantiti a cui la norma chiaramente non fa alcun riferimento”, ha detto in un’intervista a Il Corriere della Sera, rispondendo alla domanda se il decreto sarà applicato “anche per le occupazioni nelle scuole e gli altri assembramenti”. Il ministro ha poi spiegato che la misura potrà comunque essere rivista dal parlamento. “In ogni caso la conversione dei decreti si fa in parlamento, non sui social. In quella sede ogni proposta sarà esaminata dal governo”.

Secondo l’ex prefetto di Roma, l’obiettivo delle norme è anche quello di “dissuadere” l’organizzazione di rave che “finiscono per tenere in scacco intere zone, pregiudicando attività commerciali e viabilità” e metterebbero in pericolo soprattutto gli stessi partecipanti: “ricordo che a Modena si ballava in un capannone pericolante e si rischiava una strage”. La priorità, secondo Piantedosi, è quella di garantire che i giovani possano divertirsi “senza esporsi a pericoli per la loro incolumità” ma anche “tutelare gli imprenditori che subiscono la concorrenza di chi agisce in spregio a qualsiasi regola”.

Sull’immigrazione, Piantedosi ha evidenziato la necessità di “bloccare le partenze”, con controlli nei paesi di origine e di transito su “chi può e chi deve arrivare”, assicurando poi “un trasferimento ordinato e un vero inserimento sociale”. Già capo di gabinetto di Matteo Salvini quando dal Viminale il segretario leghista lanciava la sua crociata contro le ong, Piantedosi ha difeso la scelta di impedire l’arrivo di due navi delle ong Ocean Viking (norvegese) e Humanity 1 (tedesca) che avevano soccorso più di 300 migranti.

“Abbiamo agito fin da subito per dare un segnale immediato agli stati di bandiera: non possiamo farci carico dei migranti raccolti in mare da navi straniere che operano sistematicamente senza alcun preventivo coordinamento delle autorità”, ha detto PIantedosi, che ha ricordato come “questi eventi rappresentano solo il 16% delle persone sbarcate in Italia”. “Non derogheremo mai ai nostri doveri di salvataggio delle persone in mare, ma crediamo sia arrivato il momento che la solidarietà europea diventi finalmente concreta”, ha detto Piantendosi, che ha detto di essere legato a Salvini da “un rapporto di amicizia oltre che di gratitudine per la fiducia che mi ha sempre dimostrato”.

Il ministro ha commentato anche il raduno di Predappio definendolo “una pagliacciata”. “Si svolge da anni, senza incidenti e sotto il controllo delle Forze di polizia. È accaduto con analoghe modalità e numeri anche in anni in cui al governo vi erano personalità politiche che ora esprimono indignazione”.

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