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    Smart working, i dipendenti di Palazzo Chigi presentano ricorso contro Conte: “Ha sospeso gli straordinari”

    I rappresentanti dei lavoratori accusano il premier di comportamento antisindacale per non aver negoziato le modalità di lavoro agile. La presidenza del Consiglio: "Ricorso infondato"

    Di Carmelo Leo
    Pubblicato il 1 Lug. 2020 alle 10:18 Aggiornato il 1 Lug. 2020 alle 10:38

    Smart working, ricorso dei dipendenti di Palazzo Chigi contro Conte

    Lo smart working imposto a Palazzo Chigi, sede della Presidenza del Consiglio, a causa dell’emergenza Coronavirus rischia di diventare un caso: i sindacati dei dipendenti, infatti, hanno presentato un ricorso contro il premier Giuseppe Conte. Il motivo? Secondo i lavoratori di Palazzo Chigi, le nuove regole interne disposte per impedire il diffondersi del contagio da Covid-19 sono antisindacali: sono stati sospesi gli straordinari e si lavora per quattro giorni a settimana da casa e uno solo dall’ufficio. L’azione collettiva dei lavoratori è stata accolta con fastidio da Palazzo Chigi, che ha parlato di “ricorso completamente infondato, temerario e che mai potrebbe essere accolto”. Il ricorso contro Conte, che sarà difeso dall’Avvocatura dello Stato, verrà esaminato dal Tribunale di Roma (sezione Lavoro) il prossimo 7 luglio.

    Secondo le accuse dei dipendenti di Palazzo Chigi, i dirigenti non avrebbero negoziato le modalità di lavoro agile, violando il contratto collettivo. Nel mirino dei lavoratori è finito il capo dipartimento degli Affari giuridici e legislativi Ermanno Di Francisco, che ha firmato gli ordini di servizio sullo smart working. Uno di questi prevede che, durante la pandemia, “non è autorizzata la presenza in ufficio per una durata eccedente quella contrattualmente prevista”. Ovvero, 7 ore e 36 minuti per il personale dei ruoli Presidenza del Consiglio e 7 ore e 12 minuti per il personale distaccato, proveniente da altre amministrazioni.

    La sospensione degli straordinari, prevista da Di Francisco, è legata al fatto che per gran parte della settimana (sei giorni su sette, di cui quattro in lavoro agile) i dipendenti di Palazzo Chigi rimangono a casa nel rispetto delle norme anti-Covid. Nella sua memoria difensiva, il capo dipartimento degli Affari giuridici e legislativi ha sottolineato che il decreto legge 25 marzo 2020 stabilisce “una limitazione della presenza fisica dei dipendenti negli uffici delle amministrazioni pubbliche”, salvo attività indifferibili. Secondo i sindacati, invece, i lavoratori hanno diritto di stare fisicamente in ufficio oltre l’orario giornaliero minimo e di maturare il massimo delle ore di straordinario, anche lavorando dall’ufficio un solo giorno a settimana. L’ultima parola spetterà adesso al Tribunale di Roma.

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