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Home » Politica

Salvini dice che le violenze sulle donne sono diminuite, ma non è vero. Fin quando potremo sopportare un ministro che getta fango sulla realtà e sui più deboli?

Immagine di copertina

Salvini retorica realtà | Salvini è arrivato a Firenze. Si è presentato come suo solito con la sicumera di chi sa che questo Paese ormai è avvezzo alle bugie senza vere nessun strumento culturale per poter riconoscere la retorica dalla realtà.

È salito sul palco curando di essere ripreso dalla parte migliore per la sua diretta Facebook e studiando con i suoi collaboratori l’angolo della piazza per la fotografia in cui sembrasse più piena. Ha cominciato con il suo solito profluvio di Patria, confini, clandestini e poi ci ha buttato la bomba: dice Salvini che in Italia sono calate drasticamente le violenze sulle donne.

Strano, ho pensato, eppure i dati della cronaca si susseguono giorno dopo giorno, non mi pare che sia così. E infatti. I dati Istat (mica qualche pericoloso radical chic di sinistra) indicano l’esatto contrario. Leggere per credere.

Non solo: gli organismi che monitorano l’applicazione della Convenzione di Istanbul hanno ripreso l’Italia, proprio poco tempo da, accusandola di fare troppo poco per combattere i femminicidio (ma va?) e per difendere le donne.

Ora ci potrebbe stare tutta la retorica sugli stranieri che invadono e stuprano ma anche questa è una cagata pazzesca: l’80 per cento delle donne uccise sono vittime del proprio partner o comunque di una persona che conoscono molto bene.

Non sta in piedi nemmeno questa, di retorica. Una donna su tre, lo dice sempre l’Istat ha subito una forma di violenza (che sia fisica, psicologica, o di qualsiasi altro tipo) durante la sua vita.

Una su tre. Numeri da inferno. E negli ultimi anni i casi sono aumentati. L’inferno s’è fatto ancora più caldo. Sulle questioni di genere l’Italia continua a non applicare le leggi e Salvini continua bellamente a presentare rivoluzioni che non esistono.

Ma c’è un’altra questione di fondo: fino a quanto possiamo sopportare un ministro in perenne campagna elettale-gastronomica che inverte i numeri, getta fango sulla realtà, calpesta i violentati e i fragili e i disperati raccontandogli come se fossero allarmisti, proprio lui che sull’allarmismo ha costruito la sua intera carriera da nullafacente (come dice chiaramente una sentenza del tribunale)?

Fino a quanto funzionerà un ministro a forma di pifferaio magico che incanta le folle con una narrazione che non trova nessuna corrispondenza con il Paese reale? Per dirla tutta: fino a quando sopporteremo tutto questo e non ci sarà qualcuno, giornalista o avversario politico, che riuscirà a inchiodarlo di fronte alla realtà dei numeri?

Ai tempi di Salvini l’apologia al fascismo non è più reato (di G. Cavalli)
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