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Home » Politica

“Codice rosso, castrazione chimica e no sconti di pena”: Salvini si difende dalle accuse di sessismo

Immagine di copertina
Credit: AFP PHOTO / GABRIEL BOUYS (Photo by GABRIEL BOUYS / AFP)

Salvini sessismo donne | Codice Rosso | Violenza sulle donne

Per il grillino Vincenzo Spadafora, Matteo Salvini è un esempio di “violenza verbale” nei confronti delle donne e “sessismo”; per il leader leghista, se l’opinione è questa, allora il sottosegretario Cinque Stelle dovrebbe dimettersi. Anche la presentazione del rapporto sui centri anti violenza sulle donne diventa tema di scontro tra Lega e M5s, tanto che la conferenza stampa dello stesso Spadafora e della leghista Giulia Bongiorno viene annullata.

Sessismo, maschilismo: è questo il terreno di scontro tra il leader leghista e il sottosegretario alla Presidenza del Consiglio con delega alle Pari opportunità che agita nuovamente le acque all’interno del governo.

Salvini sessismo donne | Violenza sulle donne: cosa prevede il “Codice rosso”

In un’intervista rilasciata a Repubblica, Spadafora se la prende con Salvini: : “Gli attacchi verbali di Salvini alla capitana Carola definita criminale, pirata, sbruffoncella. Parole che hanno aperto la scia dell’odio maschilista contro Carola, con insulti dilagati per giorni e giorni sui social”.

Un’accusa non priva di fondamento, dato che – come è noto – sono numerosi i commenti intrisi di odio a corredo dei post del ministro leghista e che non ricevono mai censura, anzi, trovano terreno fertile nelle ostilità espresse dal ministro e ripetute negli anni nei confronti delle donne.

Ma il ministro dell’Interno non ci sta e difende non solo il proprio linguaggio, ma anche il proprio operato in favore delle donne durante questi mesi di governo.

“Ho attaccato il comandante di quella nave fuorilegge che avrebbe potuto essere sto biondo uomo con gli occhi azzurri e ricciolino se uno infrange la legge non importa se uomo o donna. Se spadafora pensa ciò che ha detto dovrebbe dimettersi, se si sente a disagio, prima volta che sono d’accordo con la Boldrini”, spiega Salvini che rincara la dose ed elenca gli interventi attuati dal governo contro la violenza sulle donne.

“Il 22 luglio regaliamo diritti alla sicurezza a milioni di donne italiane con l’approvazione del codice rosso. Dopo anni di chiacchiere della sinistra, entro 3 giorni da una denuncia di violenze o molestie il giudice ti deve convocare, pensiamo a quante vite risparmieremo”, afferma Salvini.

Salvini sessismo donne | Ora Salvini vuole convicerci anche che non è sessista. Lui, che paragonò la Boldrini a una bambola gonfiabile

“Abbiamo eliminato gli sconti di pena per gli stupratori e gli assassini e quindi le vittime di femminicidio eviteranno i sorrisi di quelli che avranno un terzo di sconto di pena grazie al rito abbreviato, mi sembra che stiamo facendo nei fatti per le donne vittime di violenza in Italia molto di più di quello che ha fatto la sinistra in passato”, sottolinea il premier, dimenticando però che le donne vittime di femminicidio sono in realtà ormai morte, e quindi a poter gioire dell’annullamento di sconti di pena sono al massimo i familiari.

Ma il ministro va avanti: “So che è una proposta della Lega e che i 5 stelle non sono d’accordo, ma la castrazione chimica eviterebbe ulteriori violenze a tante donne in Italia. La castrazione chimica per stupratori e pedofili sarebbe il top, stiamo facendo tanto.

Cos’è il codice rosso

Il 3 aprile c’è stato il via libera dell’Aula della Camera al disegno di legge sul ‘codice rosso‘ contro la violenza sulle donne che, contiene anche le norme sul revenge porn. I voti a favore sono stati 380, nessun contrario; gli astenuti sono stati 92 (Pd e Leu). Il testo passa al Senato.

In sintesi, la riforma mira a ridurre i tempi della giustizia, ad accelerare l’inizio dei procedimenti penali e delle misure preventive così da garantire la sicurezza della vittima.

Il ddl infatti stabilisce che le donne che sporgono denuncia per maltrattamenti in famiglia, violenza sessuale e/o psicologica, atti persecutori o lesioni aggravate debbano essere ascoltate dal Pubblico ministero entro 3 giorni dall’avvio del procedimento.

La Polizia giudiziaria ha invece l’obbligo di dare la priorità alle indagini per i reati sopracitati, creando così una corsia preferenziale; inoltre sempre sulla Polizia giudiziaria ricade l’obbligo di comunicare con immediatezza al pm le informazioni a sua disposizione su condotte violente o persecutorie contro le donne.

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