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Roma, il primo liceo occupato nel giorno della fiducia a Meloni: “No alla scuola del merito, no alla repressione dei manganelli” | VIDEO

Il liceo romano Pilo Albertelli è il primo della capitale ad occupare nel giorno in cui le Camere votano la fiducia al nuovo governo di Giorgia Meloni. I problemi per cui gli studenti hanno deciso di dare il via all’autunno caldo delle proteste sono simili a quelli che già l’anno scorso avevano portato migliaia di giovani a scendere in piazza: l’abbandono scolastico, il disagio psicologico portato dalla pandemia, l’edilizia fatiscente, i muri che si sgretolano e cadono in testa durante le lezioni. Ma secondo Federico Marcon, rappresentante d’istituto e membro del collettivo studentesco, gli sviluppi sul piano politico e internazionale degli ultimi mesi hanno peggiorato la situazione: i primi messaggi lanciati dal nuovo esecutivo hanno aggiunto “un peso da novanta”.

S&D

Da un lato, la prospettiva di incentrare il sistema scolastico su un “merito” che rischia di ignorare le differenze di partenza tra studenti e non valorizzare la diversità di chi non riesce ad eccellere e rientrare in categorie prestabilite – dopo la decisione di cambiare nome al ministero dell’Istruzione in “Ministero dell’Istruzione e del Merito” -, dall’altro la prospettiva di una maggiore repressione del dissenso. “Le manganellate agli studenti sono qualcosa di spaventoso”, dice Marcon a Tpi nel cortile della scuola, all’indomani degli scontri esplosi durante un convegno sul capitalismo organizzato da Azione Universitaria a La Sapienza, in cui la polizia ha utilizzato i manganelli per reprimere un blitz nella facoltà di scienze politiche. “Il nostro gesto si pone in continuità con gli studenti che hanno attraversato le vie della Sapienza per protestare, in solidarietà con gli altri – continua – Ma quello che è successo ci deve dare l’idea che entriamo in una nuova fase, in cui la repressione del dissenso e delle lotte saranno all’ordine del giorno”.

 

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