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Home » Politica

Pd, i giovani di InOltre – Alternativa Progressista: “Noi da sempre oltre le correnti”

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Riceviamo e pubblichiamo il comunicato di InOltre – Alternativa progressista:

Oggi, all‘indomani dalla disfatta elettorale, monta l’opinione sulla necessità di disintermediare rispetto alle correnti del partito, sempre più ridotte a mere filiere di potere. Fino a ieri la tentazione ad emanciparsi da certe logiche era sempre smorzata e sopita dall’attesa di riconoscimenti da parte di un sistema malsano che ha caratterizzato il partito e che tuttora vuole resistere dall’assumersi la responsabilità della sconfitta e di aver fatto arretrare una comunità politica sia in termini di partecipazione sia sull’appiattimento su posizioni di governismo asettico. Possiamo dire che avevamo ragione, che un certo sistema andava rigettato e combattuto fin dall’inizio. Si è ceduto alle lusinghe per pochi lasciando perpetrare un modus operandi. La nostra associazione ha mantenuto una posizione coerente segnalando a più riprese che l’assenza di un sussulto da parte della nostra generazione dentro e fuori il partito avrebbe portato a dover fare i conti nel dopo elezioni. Chi per coerenza chi per necessità oggi si trovano a convergere, ma la credibilità non è un abito che si cambia a seconda della stagione politica.

Un partito che non ha costruito un’alleanza solida con l’associazionismo, ignorando le istanze provenienti dai gruppi organizzati nella società. Un partito che si è dotato di organismi pletorici e plebiscitari, per lo più nominati che eletti dagli iscritti. Un partito che non ha mosso tesi interne e visioni della società alternative ma assunto all’unanimità segretari per conservare le filiere sottostanti di cooptati. Un simbolo saturo che nei luoghi delle diseguaglianze è ormai respingente. Ma soprattutto i metodi non democratici di definizione della linea politica dai territori al nazionale, corrosi da una platea di iscritti spesso inquinata da modalità clientelari. Gli stessi giovani spesso sono stati conniventi con queste dinamiche, al netto di poche realtà virtuose, frammentati per i territori senza una voce unica che tenesse la schiena dritta dinnanzi a tutto questo, preservando esclusivamente  destini individuali piuttosto che portare avanti un progetto libero e collettivo. Un progetto che la nostra generazione si attendeva, che non si è saputo intercettare e rappresentare. Il Segretario Enrico Letta, imbrigliato dentro una rete di elitarismi correntizi, ha fatto ciò che ha potuto per divincolarsi, sbagliando certamente la lettura delle alleanze in chiave elettorali, ma lungi da noi da attribuirgli tutte le responsabilità, che altri non hanno visto l’ora di addossare.

Oggi, non basta un cambio della guardia di un nuovo segretario, serve un nuovo gruppo dirigente. Il rischio che un ceto politico superato dagli eventi voglia continuare a gestire e fare da ponte tra la fase costituente e la fase congressuale è dietro l’angolo. Tutto questo doveva già cambiare, noi siamo qui dalla stessa parte, oggi come ieri a ribadirlo con forza. È fondamentale che i giovani si organizzino in una zona franca per esercitare pressione ad un partito che non vuole cambiare davvero ed essere motore propulsivo da chi oggi è tentato da sole operazioni di restyling per lasciare tutto immutato.

InOltre Alternativa Progressista

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