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Passante di Bologna, il nodo da sciogliere sui costi dell’opera. Salvini al lavoro con Lepore e De Pascale

Immagine di copertina
Credit: AGF

Se ne discute da decenni a Bologna. Stiamo parlando del Passante, l’opera del nodo bolognese che prevede l’allargamento di tangenziale e autostrada. Un nodo strategico che però è ancora in stallo, tra liti politiche, governi e amministrazioni locali di diverso colore che si sono succeduti negli anni. Intanto i costi sono lievitati: da circa un miliardo si è giunti a quasi tre (3,5 per il Comune di Bologna, 2,8-2,9 per Aspi), come ha riconosciuto lo stesso ministro dei Trasporti Matteo Salvini: “Il progetto iniziale era di ’X’, adesso è arrivato a ’X’ per tre. A me interessa che le opere i privati le facciano, motivo per cui stiamo lavorando a una riforma delle concessioni autostradali perché sia il pubblico a farsi carico di quello che poi serve agli utenti. E questo vale per il Passante come per la Gronda”. Le due opere, infatti, vanno in tandem, all’interno di un piano di investimenti di Aspi che vale 36 miliardi per tutta Italia.

Bisogna quindi rendere l’opera sostenibile dal punto di vista economico. Tra le ipotesi attualmente in campo, l’allungamento delle concessioni autostradali per Aspi (che scadono nel 2038), così da spalmare gli extracosti dell’infrastruttura su più anni – ma ci vuole l’avallo dell’Europa non propensa a concedere deroghe – o l’aumento dei pedaggi.

Netto il pressing del presidente della Regione Emilia-Romagna Michele De Pascale: “Quello che costa costa, il Passante è un’opera che va fatta nelle modalità e con l’accordo raggiunto dalla città di Bologna, chiediamo che l’opera sia realizzata nella sua interezza, che il cantiere che è già partito e ha già creato disagi alla città di Bologna vada avanti e veda una sua consequenzialità, siamo concreti e pragmatici, tutti siamo pronti con il Comune a sederci a un tavolo per definire tempi e compatibilità con altre opere”. Il governatore lancia poi una possibile soluzione, già presentata a Salvini: “Se non è possibile prolungare le concessioni, viste le normative dell’Unione europea, si usi una “cifra di subentro”, quello che si può ammortizzare da qui alla fine della concessione venga ammortizzato e quello che non può lo paghi eventualmente chi subentrerà”.

Nei giorni scorsi De Pascale ha incontrato a Roma il leader leghista per discutere di vari progetti in ballo sul piano infrastrutturale in Emilia-Romagna. Da questo primo incontro è emerso che il Passante di mezzo a Bologna resta una infrastruttura strategica sia per la Regione che per il governo.

Un’operazione comunque delicata, anche perché la strada del Passante incrocia anche quella del tram, la cui realizzazione non è in discussione, ma che vede l’ultimo tratto dell’opera, dal ponte di San Donnino fino al Caab, legato a doppio filo con i lavori del Passante. In ogni caso anche un eventuale ritardo non dovrebbe incidere sullo stanziamento di fondi del Pnrr.

Chiede tempi certi il sindaco di Bologna Matteo Lepore: “L’opera va finanziata, l’estate sta arrivando e quindi aspetteremo entro l’estate che il governo sblocchi questa discussione con Autostrade”. A dare manforte al primo cittadino è il Pd unito: “Il Passante è un’opera strategica e necessaria, deve essere realizzato come concordato, modificare il progetto oggi significa non farlo, non possiamo permettere che ciò accada, non accetteremo passi indietro”, chiosa la segretaria locale Federica Mazzoni. Opposto il giudizio di Fratelli d’Italia: “Una scelta sbagliata che non si deve fare”, sottolinea Stefano Cavedagna. Contraria anche la Lega che con Matteo di Benedetto afferma: “Ci sono diverse possibilità, tutte più valide del Passante di Mezzo”.

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