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Nordio: “Intercettazioni utili e talvolta indispensabili, ma è incivile spendere per loro 200 milioni l’anno”

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Il governo Meloni punta a rinnovare l’informazione di garanzia nell’ambito di una revisione del codice di procedura penale. Ad anticiparlo è stato oggi, 11 dicembre 2022, il ministro della Giustizia Carlo Nordio in un’intervista al Messaggero. L’informazione di garanzia, sottolinea Nordio, “è un istituto che va rivisto: ha cambiato nome mille volte, ma da strumento di garanzia si è trasformato in condanna mediatica anticipata. Ma questo si potrà fare solo con una revisione organica del codice di procedura penale, a cominciare dal registro degli indagati che dovrebbe restare segretissimo e invece si è trasformato in un’automatica fonte di delegittimazione di una persona che non è nemmeno imputata”.

Quanto alle intercettazioni, “ho ripetuto fino alla noia che sono utili e talvolta indispensabili per i reati di grave allarme sociale”, ma è “incivile che spendiamo per loro duecento milioni l’anno mentre stentiamo a trovare i soldi per pagare il sostegno psicologico ai detenuti a rischio di suicidio”. C’è una spiegazione: “Non ci sono più risorse umane per fare bene le indagini, e ci si affida a questo strumento quasi automatico che alla fine qualcosa ti fa trovare”. Il ministro ribadisce che “ora dobbiamo incidere sulla parte della giustizia che incide sull’economia: tra l’altro sono temi poco divisivi, su cui ci siamo trovati d’accordo anche con l’Anm”.

E si comincerà “proprio incrementando l’efficienza della giustizia civile. La riforma Cartabia andava nella giusta direzione, noi spingeremo l’acceleratore. Implementeremo gli uffici giudiziari con i fondi europei”, e “procederemo ad una rivoluzione informatica”: “entro giugno dovremmo già vedere i primi risultati”.

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