Icona app
Leggi TPI direttamente dalla nostra app: facile, veloce e senza pubblicità
Installa
Banner abbonamento
Cerca
Ultimo aggiornamento ore 21:32
Pirelli Summer Promo
Immagine autore
Gambino
Immagine autore
Telese
Immagine autore
Mentana
Immagine autore
Revelli
Immagine autore
Stille
Immagine autore
Urbinati
Immagine autore
Dimassi
Immagine autore
Cavalli
Immagine autore
Antonellis
Immagine autore
Serafini
Immagine autore
Bocca
Immagine autore
Sabelli Fioretti
Immagine autore
Guida Bardi
Home » Politica

La morte politica del Movimento Cinque Stelle

Immagine di copertina

La morte politica del Movimento Cinque Stelle

Si è giunti alla vigilia di domenica 26 gennaio con delle previsioni assolutamente incerte su chi avrebbe vinto queste elezioni regionali in Emilia-Romagna e Calabria. Soprattutto nella prima delle due regioni non era mai successo di arrivare alle urne con una reale e concreta possibilità che il candidato del Pd – in questo caso il governatore uscente Stefano Bonaccini – potesse essere espugnato in una storica roccaforte del centrosinistra da una Lega assolutamente “inedita” in quei territori. E, mentre vengono scrutinate le ultime sezioni e i risultati diventano definitivi, la certezza è sicuramente una: la sconfitta del M5s.

S&D

Non che i candidati grillini siano infatti stati presi molto in considerazione in quello che, sia in Emilia-Romagna che in Calabria, è sempre stato considerato un duello che da una parte vedeva contrapposti Stefano Bonaccini (pd) e Lucia Borgonzoni (Lega) e, dall’altra, Pippo Callipo (Pd) e Iole Santelli (Forza Italia). Per il Movimento 5 stelle i candidati Simone Benini (Emilia-Romagna) e Francesco Aiello (Calabria) si sono entrambi fermati a una percentuale a “cifra singola”, avendo ottenuto rispettivamente il 3.5% e il 7.4%.  Ma non è lo scarto con gli altri candidati di centrosinistra e centrodestra per quanto ha riguardato questo appuntamento elettorale il dato che “scotta”, quanto più le migliaia di voti persi dal MoVimento rispetto alle precedenti elezioni.

La formazione politica fino a qualche giorno fa guidata da Luigi Di Maio, in effetti, nelle due regioni è completamente scomparsa. Ciò risulta evidente da un rapido confronto con le percentuali di consenso ottenute dal 2013 a oggi: alle elezioni politiche di quell’anno i grillini avevano ottenuto il 24.6% in Emilia-Romagna e il 24.9% in Calabria, percentuali già calate al 19.2 e al 21.5 alle europee dell’anno successivo. Alle regionali del 2014 il M5s aveva ottenuto il 13.3% in Emilia-Romagna e il 4.9% in Calabria, mentre alle politiche 2018 e alle europee 2019 c’era stata una crescita in Calabria (43.4% e 26.7%) e una crescita prima e un calo poi in Emilia-Romagna (27.5% e 12.9%).

Il 3.5% di Benini e il 7.4% di Aiello sono, dunque, dei risultati da vera e propria debacle: il M5s in poco tempo ha visto quasi estinguersi la sua presenza su un territorio – almeno quello calabrese – dove aveva visto un grande exploit. Simone Benini, in particolare, in Emilia-Romagna ha ottenuto meno consensi della sua lista e, per tale ragione, non entrerà nemmeno in Consiglio regionale. Così, mentre il Pd esulta per non essersi visto strappare la sua regione (l’Emilia-Romagna) da una Lega comunque ancora – elettoralmente – in ascesa e in Calabria Iole Santelli diventa la prima governatrice donna del Meridione, il M5s non può che constatare una fortissima emorragia di suoi elettori verso il centrodestra e il centrosinistra dopo la già pesante sconfitta alle regionali in Umbria.

Perché, al di là del dato emiliano, la vera sconfitta per il Movimento è aver perso la sua di roccaforte: il Sud. Si tratta perciò di una “morte” sia elettorale che politica dal bilancio davvero costoso: in Calabria il primo partito è il Pd (15.78%), seguito da Forza Italia (12,6%), dalla Lega (12.2%) e da Fratelli d’Italia (11.14%), con Filippo Callipo – corteggiato per diverso tempo dai 5 stelle e poi scaricato dopo che Di Maio ha vietato ai suoi di legarsi ad altri schieramenti o partiti – che ha comunque ottenuto un buon risultato. Ma comunque un risultato decisamente diverso da quello di Aiello in Calabria e di Benini in Emilia-Romagna, dove molti elettori hanno scelto il voto disgiunto, decidendo di preferire il partito ma non il candidato. D’altronde la competizione, stavolta, si è polarizzata al massimo tra centrodestra e centrosinistra e i tempi in cui l’allora candidato grillino Giovanni Favia in Emilia-Romagna otteneva un sorprendente 7% e Federico Pizzarotti veniva eletto sindaco di Parma sono ormai lontani. Ora, naturalmente, tutta l’attenzione è puntata sulle ripercussioni nazionali di questa sconfitta e, quindi, sulle onde d’urto che probabilmente giungeranno fino a palazzo Chigi.

Leggi anche:
Con le dimissioni di Di Maio, Salvini perde il suo “uomo forte” nel Movimento 5 Stelle (di F. Salamida)
Vito Crimi, chi è il reggente del Movimento 5 Stelle dopo le dimissioni di Di Maio da capo politico
Elezioni regionali in Emilia-Romagna 2020, i risultati: Bonaccini batte Borgonzoni. Male il Movimento 5 Stelle
Ti potrebbe interessare
Politica / Caso Visibilia, la procura di Milano chiede il rinvio a giudizio per la ministra Santanché
Politica / Renzi querela Lilli Gruber: “Andrò in Europa se eletto, a Otto e mezzo bugie su di me”
Politica / Lotito, rissa sfiorata al Senato: cosa è successo
Ti potrebbe interessare
Politica / Caso Visibilia, la procura di Milano chiede il rinvio a giudizio per la ministra Santanché
Politica / Renzi querela Lilli Gruber: “Andrò in Europa se eletto, a Otto e mezzo bugie su di me”
Politica / Lotito, rissa sfiorata al Senato: cosa è successo
Politica / Democrazia sovrana e popolare, respinta la richiesta sulla raccolta delle firme. Rizzo: “Democrazia non rispettata”
Politica / Vittorio Sgarbi candidato alle europee con FdI: “Ne ho parlato con Meloni subito dopo le dimissioni”
Politica / L’appello di Michele Santoro e Raniero La Valle sui social: “Fino all’ultimo respiro”
Politica / “Lei è ebrea?” e scoppia la polemica sul giornalista Rai per la domanda rivolta alla senatrice Ester Mieli di FdI
Politica / Il Parlamento europeo approva le prime norme dell’Ue contro la violenza sulle donne
Opinioni / Nel Governo di Giorgia Meloni ci sono gli stessi disvalori del Fascismo
Politica / Crosetto: “Scurati? Censura fuori dal tempo, impoveriscono la Rai”