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“La versione di Giorgia”, esce il libro-intervista di Sallusti a Meloni: la mia storia rompe i tabù

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Da oggi 12 settembre si può leggere “La versione di Giorgia”, libro-intervista della premier con il giornalista Alessandro Sallusti, edito da Rizzoli, in cui la presidente del Consiglio racconta il primo anno del suo governo. E iniziano a comparire i primi stralci delle sue dichiarazioni, che spaziano dai rapporti con Bruxelles alla riforma costituzionale, dalle polemiche che hanno accompagnato i primi mesi del’esecutivo alla questione del lavoro.

S&D

“Per non dire che loro non ci avevano capito molto, o che avevano fatto inutile terrorismo psicologico per spaventare i cittadini, dicono che sono io a essere diversa. Ma poi si incartano e, sullo stesso quotidiano, un giorno ti definiscono ‘draghiana’ e quello dopo ‘mussoliniana’. È molto divertente. Quello che non hanno capito è che io sarò sempre e solo me stessa”, è uno stralcio del libro-intervista a Giorgia Meloni di Alessandro Sallusti.

Sono trascorsi pochi mesi dall’insediamento del governo Meloni quando, durante uno scambio di auguri, una battuta prende una piega inaspettata. È il racconto della casa editrice, che in una nota cita testualmente lo scambio amichevole tra il giornalista e la premier: “Peccato che un presidente del Consiglio in carica non possa pensare di scrivere un libro per raccontare i suoi progetti”. “E perché non può farlo?” risponde Meloni. “Non lo so esattamente, ma ci sarà un motivo se nessuno l’ha mai fatto”, rinnova Sallusti spiazzato dalla replica: “Dovresti sapere che fare quello che hanno fatto tutti gli altri non è esattamente la mia specialità”. Nasce così “La versione di Giorgia”.

Il libro “La versione di Giorgia” è uno sguardo al presente e al futuro, a cominciare dalla guerra in Ucraina passando inevitabilmente per la crisi energetica e la transizione ecologica, un viaggio attraverso i temi economici, le crisi e il debito, nonché il Superbonus oggetto di contestazione la cui ‘eliminazione’ trova sponda anche dal commissario europeo all’Economia Paolo Gentiloni dopo l’aspro confronto sul ‘Patto di stabilità’ e il caso ‘Ita-Lufthansa’. Tra le pagine non manca l’Europa. In particolare la premier apprezza la presidente della commissione europea “Ursula von der Leyen sa ascoltare, non è difficile collaborare con lei. Poi certo tenere tutto insieme non deve essere facile” e bacchetta l’Europarlamento, ora in carica, nello specifico si rivolge all’alleanza tra popolari, socialisti e liberali di centrosinistra identificandoli in un esecutivo di “larghissime intese” che potrebbe produrre “politiche prive di visione” lasciando così spazio “alla burocrazia e ai famigerati euroburocrati”.

Nel libro trova spazio il ‘Piano Mattei’, la speranza di portare opportunità e sviluppo in Medio Oriente e in Africa, ma anche la riforma costituzionale e una revisione dell’autonomia. “È fondamentale – dice Meloni a Sallusti – che gli italiani vedano un governo che, per carità, ha i suoi limiti e difficoltà, magari fa perfino degli errori. Ma ce la mette tutta, in buona fede, con umiltà e amore. Un governo che non ha amici da piazzare, lobby da compiacere, potenti da ripagare. Che non guarda in faccia a nessuno, che non intende fregarti, che ha il coraggio di dirti anche quello che non si può fare in un dato momento o contesto”.

La riforma costituzionale “si farà, con o senza il loro appoggio”, conferma Meloni a Sallusti, che le chiede “perché a sinistra ci sia tanta ostilità al solo pronunciare le parole ‘riforma costituzionale'”?

“Perché ragionano prevalentemente in base all’interesse di partito,” risponde la presidente del Consiglio. “E l’interesse di partito dice loro due cose: la prima è che non conviene un sistema nel quale il potere si rimette nelle mani dei cittadini e si toglie al palazzo la facoltà di fare e disfare i governi. Loro,” continua Meloni riferendosi alla sinistra, “sono più bravi a muoversi nel palazzo che tra la gente. La seconda ragione è che un sistema del genere renderebbe impossibili i tentativi di ribaltone, i sotterfugi.”

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