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Home » Politica

Iva sugli assorbenti, Boldrini: “Sono indignata”

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Iva sugli assorbenti | “Sono indignata, la maggioranza ha votato contro. Non è un bene di lusso, per tante famiglie rappresenta un costo. Non si capisce perché un bene di prima di necessità per le donne debba essere tassato al 22 per cento. È un po’ quello che è successo con il revenge porn: anche al mio emendamento avevano votato contro”.

È stato questo il commento di Laura Boldrini, contattata da Fanpage dopo la bocciatura il 14 maggio da parte della Camera dell’emendamento che chiedeva che l’Iva sugli assorbenti passasse dal 22 al 5 per cento.

La Camera boccia il taglio dell’Iva sugli assorbenti

“In quel caso le deputate avevano occupato i banchi del governo, e dopo aver sospeso i lavori dell’Aula, si erano resi conto che stavano facendo un errore e avevano formulato un emendamento della maggioranza”, ha proseguito la deputata. “Sbagliare è umano, perseverare è diabolico. In questo caso si è riproposto lo stesso approccio, lo stesso schema”.

Secondo Boldrini la Camera ha perso un’occasione importante “per dare un segnale di attenzione alle donne”. Contro l’Iva sugli assorbenti, tempo fa era stata lanciata una petizione sulla piattaforma Change.org.

“Il ciclo non è un lusso”: la petizione online contro l’Iva sugli assorbenti

Sulla questione la condanna è arrivata anche dalla  vicecapogruppo del Pd alla Camera, Chiara Gribaudo, che figura anche tra i firmatari del provvedimento: “La maggioranza vuole respingere l’abbassamento dell’Iva sugli assorbenti, la cosiddetta Tampon tax, solo per poter fare i loro spot elettorali. Ma perché aspettare la discussione del Senato, se alla Camera oggi si discute di fiscalità e aiuti alle famiglie?”

“È questa la sede per garantire alle donne di pagare equamente un bene di prima necessità, il ciclo non è un lusso”, ha proseguito Gribaudo. “Lega e M5s replicano l’ottusa dittatura della maggioranza che hanno sfoderato sul revenge porn e si tappano occhi e orecchie per fare finta di niente. Parlare invece parlano e lasciano intendere che l’unica ragione del rinvio è la loro propaganda. Facciano un passo indietro e approvino il nostro emendamento, i diritti delle donne non si rinviano per fare propaganda”.

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