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Uno dei senatori M5S passati alla Lega è lo stesso che scrisse le norme contro il cambio di casacca

Immagine di copertina

Ugo Grassi del M5S passato alla Lega: è lo stesso che scrisse le norme anti transfughi

I senatori pentastellati Ugo Grassi, Stefano Lucidi e Francesco Urraro lasciano il Movimento Cinque Stelle e passano alla Lega. Un cambio di casacca alquanto repentino, soprattutto visto che il giurista campano Ugo Grassi era tra i maggiori sostenitori delle norme anti transfughi.

A febbraio 2019, in un lungo post sul Blog delle stelle per difendere la clausola che chiede ai parlamentari M5S di pagare una multa da 100mila euro in caso di “cambio casacca”. Ieri, lo stesso senatore ha comunicato il suo ingresso nella Lega.

Le reazioni

Matteo Salvini lo accoglie a braccia aperte:  “Benvenuto a chi, con coerenza, competenza e serietà, ha idee positive per l’Italia e non è succube del Pd”.

Luigi Di Maio invece attacca: “Ci dicano quanto costa al chilo un senatore. In confronto a Salvini, Berlusconi era un pivello”. Il ministro accusa i transfughi di mancanza di dignità.

Ma Grassi e Urraro li ha scelti lui, candidati per i collegi uninominali tra la società civile, a completa discrezione del capo politico. Si fidava talmente, che al primo chiese di scrivere l’atto di impeachment per Sergio Mattarella, nei giorni in cui ne aveva proposto la messa in stato di accusa. “Non sono un costituzionalista, ma penso ci siano tutti gli estremi”, aveva detto Grassi a Repubblica, prima che il suo leader cambiasse idea.

Grassi M5s: le motivazioni della fuoriuscita

Eletto alle elezioni politiche del 2018 con il Movimento 5 Stelle, il senatore Ugo Grassi, napoletano, professore di diritto, affida a una lettera, diffusa dalla Lega, le motivazioni della sua decisione anticipate il 12 dicembre dopo aver votato insieme al centrodestra contro la risoluzione di maggioranza sul MES approvata in Senato.

“Non puoi rimanere in un partito in cui tutte le decisioni sono decise dai vertici. Il mio dissenso non nasce da un mio cambiamento di opinioni, bensì dalla determinazione dei vertici del Movimento di guidare il paese con la granitica convinzione di essere i depositari del vero e di poter assumere ogni decisione in totale solitudine. Gli effetti di questo modo di procedere sono così gravi ed evidenti (a chi vuol vedere) da non dover neppure essere esposti.

Basti l’esempio della gestione dell’ex Ilva per dar conto dell’assenza di una programmazione nella gestione delle crisi”. “Su riforma ed efficienza della giustizia e rilancio delle università italiane, col senatore Grassi lavoreremo bene”, il commento della Lega.

I Cinque Stelle contro il governo giallorosso

Queste fuoriuscite potrebbero essere solo le prime tra i Cinque Stelle insofferenti al governo Conte bis. Sia i 5 stelle che il Pd sospettano infatti che ci possa essere un accordo tra il leader di Italia Viva Renzi e quello della Lega Salvini per andare al voto.

Non si dice preoccupato invece il premier Giuseppe Conte. “Io sono concentrato sulla maggioranza che ho”, commenta da Bruxelles. “Chi vuole lavorare ha la possibilità di farlo con noi fino al 2023. Dico a tutti i parlamentari, anche a quelli che si sentono più trascurati: attenzione, siamo solo all’inizio. Abbiamo importanti riforme da offrire al Paese. Chi vuole lavorare per migliorare il Paese lo fa adesso, qui con noi”.

E convoca per lunedì prossimo, a Palazzo Chigi, un vertice con i capi delegazione dei partiti di maggioranza.

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