Icona app
Leggi TPI direttamente dalla nostra app: facile, veloce e senza pubblicità
Installa
Banner abbonamento
Cerca
Ultimo aggiornamento ore 04:41
Immagine autore
Gambino
Immagine autore
Telese
Immagine autore
Mentana
Immagine autore
Revelli
Immagine autore
Stille
Immagine autore
Urbinati
Immagine autore
Dimassi
Immagine autore
Cavalli
Immagine autore
Antonellis
Immagine autore
Serafini
Immagine autore
Bocca
Immagine autore
Sabelli Fioretti
Immagine autore
Guida Bardi
Home » Politica

Il potere per il potere: così il M5S ha cambiato pelle in un anno. Una fotografia

Immagine di copertina
Il murales "La Guerra dei Socials" dello street artist TvBoy. Credit: Miguel MEDINA / AFP

Governo M5S Lega crisi – Come passa il tempo. Un anno fa (tra qualche giorno) si insediava il governo M5S-Lega. Lo stesso che oggi vacilla su tutto. Riavvolgiamo il nastro: 29 maggio 2018. Era il tempo della richiesta d’impeachment al presidente della Repubblica Mattarella. Di Maio e Di Battista inferociti a Fiumicino ne chiedevano la testa (in seguito il ministro dello Sviluppo economico si sarebbe pentito). I due vivevano un vero e proprio “momentum”. Mai così acclamati dal popolo come allora. Avevano il paese in pugno.

Per tre mesi, dal 5 marzo a fine maggio, è stato un continuo: ‘I cittadini si sono espressi, ora tocca a noi’. E così fu. Cavalcando il “No” (inspiegabile per la verità) a Savona come ministro dell’Economia, nemmeno il Conte-gate del CV taroccato, ancora prima che Conte diventasse Conte e capo del governo più strampalato della Repubblica, riuscì a impedire al duo Dibba-Di Maio la nascita di questo esecutivo. Governo – inutile dirlo – a stragrande forza motrice (e parlamentare) grillina, tenuto conto dei numeri usciti dalle urne.

Numeri che oggi non sono affatto cambiati (la situazione in parlamento è analoga) ma che politicamente sono stati stravolti dalle recenti elezioni europee. Un anno di governo, dicevamo: 12 mesi. Una fotografia: un punto al mese [qui tutti gli ultimi sondaggi]. Tanto hanno perso i grillini nel loro periodo al governo, letteralmente mangiati dal ministro dell’interno Matteo Salvini. Asfaltati: su tutto. Il M5S passa dal 32 per cento del 4 marzo al 17 di questa tornata elettorale europea. La Lega ribalta l’equilibrio politico raddoppiando il suo consenso, da 17 a 34 per cento.

Governo M5S Lega crisi – E oggi i temi dei 5 stelle sono letteralmente spariti dal dibattito pubblico. Li decide direttamente lui, il nuovo “Capitano d’Italia”. Manco a dirlo, si parla solo di (in ordine): riforma fiscale, riforma della giustizia, di autonomie, di TAV. È Salvini a dettare i tempi, a scandire il ritmo di questo governo. Ed è esattamente quello che vuole si continui a fare. Che sia Conte il presidente del Consiglio, o Di Maio ministro, poco importa: tanto alla fine decide sempre lui.

E Di Maio, out of sync, parla come quei video in cui labiale e vocale non vanno di pari passo. Insegue, ribatte. Tenta di farlo: ora anche i suoi, o alcuni di loro, gli dicono che non può avere 4/5 cariche. Se il ministro dello Sviluppo economico non dà un segnale forte ai suoi, questo M5S rischia di pagarne le conseguenze sul piano politico – nemmeno elettorale – nel medio e lungo termine. Perdere la bussola può succedere, ma un cambio passo è necessario per rimanere credibili.

Dove sono finiti quei 5 milioni di voti di scarto? Alcuni non hanno votato, d’accordo, ma altri se li è ingurgitati il ministro dell’Interno. Del resto i grillini non hanno perso solo voti ma anche lo slancio delle loro stesse battaglie: la lotta alla casta, l’anti-establishment, nessuno è al di sopra della legge/siamo tutti uguali. Tutti elementi che nei mesi sono naufragati in nome di un’alleanza di potere per il potere. Che – sarà pur vero, come dice Di Battista – ha permesso a questo governo di fare provvedimenti come il reddito di cittadinanza, ma ha anche portato alla stessa crisi del movimento.

Crisi all’interno del M5s: tutte le ultime notizie

Ti potrebbe interessare
Politica / Da Trump a Salvini, da Meloni a Orbán: la politica nel nome di Dio
Politica / Le tasse agitano il Governo. Giorgetti: “Nella manovra chiederemo sacrifici a tutti”
Politica / Sangiuliano: “Al telefono dissi a Boccia che non potevo nominare una donna incinta di me”
Ti potrebbe interessare
Politica / Da Trump a Salvini, da Meloni a Orbán: la politica nel nome di Dio
Politica / Le tasse agitano il Governo. Giorgetti: “Nella manovra chiederemo sacrifici a tutti”
Politica / Sangiuliano: “Al telefono dissi a Boccia che non potevo nominare una donna incinta di me”
Cronaca / È uscito il nuovo numero di The Post Internazionale. Da oggi potete acquistare la copia digitale
Politica / Il Parlamento europeo "rimanda" Fitto e altri 9 commissari di von der Leyen
Opinioni / Double face Meloni: tutte le contraddizioni della premier dopo due anni di governo
Gossip / Francesca Pascale: “Berlusconi era tremendo, una volta tornai a casa e non era solo. Mi disse: ‘è colpa tua, sei rientrata prima’”
Politica / Boccia: “La vittima sono io, non Sangiuliano”
Politica / Sangiuliano disse a Boccia: “Signorini mi ha fatto un grande favore e ora ritira le foto di noi due”
Politica / “Lavoro, poi stacco”: una legge per una cultura del lavoro a prova di tecnologia