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Home » Politica

Il Governo cancella il Fondo contro i disturbi alimentari: così le cure sono a rischio

Immagine di copertina
Credit: AGF

Nella legge di bilancio 2024 non è stata prevista la proroga del Fondo per il contrasto dei disturbi alimentari. Si tratta di un taglio da circa 12,5 milioni di euro all’anno che – stando all’allarme lanciato dagli addetti ai lavori – rischia di pregiudicare molti dei servizi sanitari per la cura di patologia come la bulimia e l’anoressia.

Quaranta associazioni dei familiari dei pazienti hanno già scritto al ministro della Salute Orazio Schillaci e alla presidente del Consiglio Giorgia Meloni per chiedere la proroga degli stanziamenti.

Il Fondo era stato istituito nel 2021 e per il biennio 2022-2023 erano stati stanziati complessivamente 25 milioni di euro, somma che dovrà essere spesa precisamente entro il 31 ottobre del 2024.

La mancata proroga del finanziamento, decisa dal Governo e approvata dal Parlamento, rappresenta “un duro colpo per più di tre milioni di pazienti, per le loro famiglie e per chi opera in questo ambito”, ha osservato sui social Laura Dalla Ragione, psichiatra dell’Asl Umbria 1, tra gli esperti che erano stati individuati dal Ministero per gestire il Fondo.

Secondo la psichiatra, le risorse avevano “iniziato a rendere l’assistenza tra le Regioni più omogenea e accessibile”. In particolare, si calcola che grazie al Fondo sono stati assunti oltre 750 professioni del settore.

Attualmente in Italia ci sono 126 centri specializzati per il trattamento dei disturbi alimentari, di cui 112 pubblici. Con il venir meno del Fondo nazionale, tuttavia, si teme che decine di questi vadano incontro alla chiusura.

Un problema non da poco, a fronte di diagnosi in continuo aumento, soprattutto dopo la pandemia di Covid-19. Oggi si stimano circa 3 milioni di persone che convivono con questo tipo di disturbi nel nostro Paese. Solo nel 2023 i nuovi casi sono stati oltre 1,6 milioni.

LEGGI ANCHE: Spunta un video del 2008 di Meloni alla commemorazione dell’Acca Larentia accanto al neofascista Castellino

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