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Giuseppe Conte difende il Reddito di cittadinanza: “Lo smantellano per colpire i più deboli”

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Giuseppe Conte difende il Reddito di cittadinanza: “Lo smantellano per colpire i più deboli”

“L’ossessione di Giorgia Meloni è smantellare il reddito di cittadinanza”. Giuseppe Conte torna a difendere la misura simbolo del suo primo governo dagli assalti del centrodestra, che ha promesso a più riprese una stretta al sussidio ricevuto da più di un milione di famiglie.

In un intervento pubblicato su La Repubblica, il leader del Movimento 5 stelle accusa la maggioranza guidata da Giorgia Meloni di trattare come “agnelli sacrificali” i cosiddetti “occupabili”, a cui il governo intende tagliare il sostegno.

Una “lettura distorta” della crisi quella offerta secondo Conte dal governo Meloni, che “dimostra di avere letto la nostra Costituzione al contrario: regala un biglietto in prima classe a evasori e corrotti che vogliono girare con mazzette di contanti, mentre lascia al proprio destino chi è in grande difficoltà economica e sociale”.

Secondo l’ex presidente del Consiglio, quella degli “occupabili” è “una formula dietro la quale la destra prova a dipingere un universo sociale composto da giovani scansafatiche, che fanno di tutto per evitare di lavorare e restare sul divano a incassare l’assegno”. In realtà, evidenzia Conte, gli occupabili sono 660mila persone “con storie ben complesse”.

“Tra loro ci sono 200 mila persone che il ‘divano’ non lo hanno mai visto, perché lavorano ma devono chiedere il reddito di cittadinanza per integrare stipendi da fame. Un mondo di donne e uomini che hanno lavori precari e sottopagati. Sono persone che lavorano in settori dove, in assenza di un salario minimo – che la Meloni considera uno ‘specchietto per le allodole’ – si tira avanti con stipendi da 4 o 5 euro l’ora. Per tutte queste persone il reddito di cittadinanza è una questione vitale e segna la differenza tra fare la spesa o no”.

Secondo Conte, “anche tra chi non lavora, ma rimane teoricamente ‘occupabile’, ci sono casi disperati”. Si tratta di persone “che pur non essendo invalide e non rientrando nelle rigide tabelle di riferimento per ricevere una pensione di invalidità dall’Inps, hanno però problemi psico-fisici e per questo rimangono ai margini del mercato del lavoro”.  “Il 70,8% degli ‘occupabili’”, continua il presidente del M5s, “ha come titolo di studio al massimo la terza media”, individui che “come è noto, partono già da una condizione di evidente svantaggio che li porta ad incontrare notevoli difficoltà nel rientrare nel mondo del lavoro”.

“Il Reddito di cittadinanza non è stato pensato come strumento per favorire un mero assistenzialismo. È stato pensato per promuovere una stagione di libertà e dignità del lavoro, come impone la nostra Costituzione”, spiega Conte, secondo cui “aggredire oggi gli “occupabili”, trattandoli come agnelli sacrificali, significa non comprendere che sono proprio loro le persone che invece dovremmo aiutare”. “Con il Reddito di cittadinanza abbiamo reso i cittadini più liberi dal ricatto del lavoro nero e sottopagato e della manovalanza su cui prosperano le organizzazioni criminali”, sottolinea l’ex premier, respingendo le accuse di “voto di scambio” rivolte in campagna elettorale. “In realtà, è proprio il contrario”.

Nonostante le differenze, il leader pentastellato si dice disponibile “a lavorare insieme al governo” per misure che accompagnino al lavoro “attraverso percorsi di inclusione più forti, con incentivi alle aziende per assumere”. “Se invece il governo volesse far ripiombare il Paese nel passato, siamo pronti a mobilitare il M5S assieme alle forze sociali, politiche, civiche che vogliono sposare la nostra battaglia non solo nelle sedi istituzionali, ma anche in ogni piazza e angolo del nostro Paese”.

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