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Home » Politica

Farsa Eur. I Migliori e il merito che non esiste

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Come raccontato da Tpi il 20 dicembre scorso, la nomina del nuovo Cda di Eur Spa, la società pubblica che amministra l’omonimo quartiere romano, sta assumendo connotati farseschi e rischia di apparire come esemplificativa di un modus operandi degli uomini vicini al Presidente Draghi, i cosiddetti “Migliori”, che dimostrano di praticare un bizzarro concetto circa il “merito”.

Andiamo ai fatti: ieri l’assemblea dell’azienda, controllata al 90% dal Mef e per il restante 10% da Roma Capitale, è stata rinviata per la ventiduesima volta (22!), perché non si è trovato l’accordo sul nuovo assetto del Cda, ormai scaduto da tempo. L’attuale amministratore delegato, Antonio Rosati, nominato a luglio del 2020 dopo le dimissioni di Enrico Pazzali, ha svolto un lavoro da più parti definito come inappuntabile: grazie alla collaborazione di Giuseppe Ciccarone, prorettore vicario della Sapienza, ha dotato l’azienda di un piano industriale efficiente (richiesto come case history dall’Università di Oxford) dopo anni di gestione distratta da parte dell’ex Ad, contemporaneamente impegnato alla Fiera di Milano; ha prima fatto collaudare (ebbene sì, non era collaudata) e poi rivitalizzato la Nuvola di Fuksas (che se n’è pubblicamente rallegrato), riconsegnandola ai romani prima come funzionale hub vaccinale inaugurato da Mattarella (460.000 persone inoculate), poi come teatro di attività culturali frequentatissime (100.000 visitatori per “Più libri più liberi”) e di primo livello (su tutte il concerto di Patti Smith); ha varato il progetto e i bandi di gara per dotare la creatura di Fuksas di un bookshop e di un ristorante stellato, sul modello del Beaubourg parigino; ha ospitato il G20 ricevendo al termine un’entusiasta lettera di complimenti da parte della Farnesina (che Tpi pubblica in esclusiva); ha stretto accordi con l’istituto del credito sportivo per accedere a finanziamenti volti alla valorizzazione delle strutture; ha salvato dal fallimento Luneur, lo storico parco divertimenti, oggi trasformata in locazione da concessione, incassando 1 milione di euro di arretrati; ha fatto studiare e poi risolto le criticità che affliggevano l’acquario che da 15 anni aspetta di sorgere sotto al laghetto dell’Eur e che finalmente aprirà a Natale del 2022; ha raggiunto il tasso record di locazione del 97% degli immobili in gestione; ha, insomma, avviato una vera e propria rinascita del patrimonio monumentale, architettonico e culturale del quartiere di Roma Sud che è “particolarmente rilevante” (Gualtieri dixit).

Risultati concreti che tuttavia sono stati ritenuti insufficienti dagli uomini di Palazzo Chigi per la conferma di Rosati, reo di essere, oltreché un esperto manager, anche un dirigente politico di lungo corso (del Pd).

Il Sindaco di Roma Roberto Gualtieri, che da Ministro dell’Economia aveva individuato Rosati come il più adatto a gestire Eur, non si è potuto opporre alle volontà governative; nonostante né dal Mef né da Palazzo Chigi siano giunti appunti circa eventuali errori di gestione.

Domani, durante il primo “ponte” dell’anno, si dovrebbe procedere alla nomina del nuovo Consiglio di amministrazione (23° rinvio permettendo) e quindi di un nuovo Ad. Anzi di una nuova Ad, perché il profilo individuato per sostituire Rosati è quello di “un tecnico donna gradito da Palazzo Chigi”. Secondo le indiscrezioni raccolte nei giorni scorsi da Tpi potrebbe trattarsi di Elisabetta Spitz, attuale commissario straordinario del Mose e molto gradita dal principale sponsor dello straripante Capo di gabinetto di Draghi Antonio Funiciello, ovvero Paolo Gentiloni.

Il Ministro del Tesoro Daniele Franco, da alcuni ribattezzato malignamente “Alexa”, insieme ai suoi dirigenti cui spetta la decisione sull’Ad di Eur, si limiterà a ratificare la scelta di Palazzo Chigi senza badare al merito, come spesso accaduto in questi mesi di “Draghicrazia” (copyright di Luciano Canfora).

Anche i Migliori, per i quali la meritocrazia dovrebbe essere un dogma, hanno imparato presto una delle massime della politica italiana: il merito non esiste, esistono solo i rapporti di forza.

Leggi anche: L’ora della Spitz per Funiciello

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