Draghi cede anche l’ultimo miglio a Salvini: “Pronti a modificare il coprifuoco alle 23 dal 17 maggio”
Sulle riaperture è già passata la linea della Lega, come vi abbiamo spiegato in questo editoriale. Ma adesso il premier Mario Draghi sarebbe pronto a scendere a compromessi anche sul coprifuoco, nonostante mercoledì in Cdm la chiusura alle 22 fosse stata indicata come un punto fermo che neanche l’astensione dei ministri del Carroccio sembrava aver intaccato.
Il 17 maggio le regole sul coprifuoco potrebbero già cambiare
Solo due giorni dal voto sul Decreto Covid, secondo il retroscena de La Stampa, Draghi si dice disponibile a prolungare il coprifuoco già da metà maggio. La data più papabile è il lunedì 17 maggio. Questo perché nella conferenza stampa di venerdì 14 maggio – in base all’andamento dei contagi – verrà valutato lo spostamento orario del coprifioco alle 23, proprio come chiede Salvini. Ovviamente resta l’incognita dell’andamento epidemiologico dopo le aperture del 26 aprile. Quanto saliranno i malati di Covid con ristoranti, palestre e teatri aperti?
Cos’altro vuole Salvini
Quella del coprifuoco è solo la prima richiesta del leader della Lega. Salvini vuole infatti rilanciare sull’apertura dei ristoranti anche al chiuso a partire da giugno (va ricordato che solo il 48 per cento delle attività commerciali hanno i tavoli all’esterno e possono riaprire dal 26, tutti i restanti dovranno attendere).
Giorgetti imbarazzato
La gestione della pandemia, insomma, sembra prendere la piega voluta dalla Lega. Ma a restare sorpreso dalle mosse di Salvini e Giancarlo Giorgetti, il leghista moderato. Da sempre il numero due del Carroccio è vicino a Mario Draghi (tanto che nei giorni precedenti alla sua nomina per guidare l’esecutivo aveva detto: “Siamo amici con Draghi, non lo racconto troppo in giro perché sennò dicono che sono amico dei poteri forti”) e dopo l’astensione sul decreto Covid si è sfogato così: “Se mi dici ok al decreto prima della cabina di regia, ok alla riunione prima del Cdm, poi non è che mi mandi così davanti a tutti a dire abbiamo cambiato idea…”.
Il perché dietro lo strappo
Lo strappo sul coprifuoco appare essere una mossa disperata per accarezzare i tanti elettori scontenti, anche a costo di irritare il Presidente del Consiglio: Draghi sa bene che Salvini in questo momento “abbaia ma non morde”, ma un eccessivo livello di tensione all’interno della maggioranza di certo non può far bene a un Governo chiamato ad affrontare sfide delicatissime per il futuro del Paese.
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