Di Pietro è a favore della separazione delle carriere dei magistrati: Di Pietro è a favore della separazione delle carriere: “L’Anm si rilegga la Costituzione”

L’ex nemico numero uno di Silvio Berlusconi è a favore della riforma della Giustizia dedicata al Cavaliere di Arcore. A molti suonerà strano, ma è proprio così: Antonio Di Pietro è d’accordo con la separazione delle carriere dei magistrati prevista dalla riforma costituzionale portata avanti dal Governo Meloni.
L’ex pm simbolo dell’inchiesta “Mani Pulite” – e successivamente leader del partito di centrosinistra Italia dei Valori – lo aveva già detto più volte in passato, ma la sua presa di posizione fa particolarmente rumore oggi, con il disegno di legge costituzionale che ha appena ricevuto il primo via libera alla Camera fra le proteste dell’Associazione Nazionale Magistrati (Anm).
Per Di Pietro, la separazione delle carriere “è la naturale conseguenza dell’articolo 111” della Costituzione, in virtù del quale “ogni processo si svolge nel contraddittorio tra le parti, in condizioni di parità, davanti a giudice terzo e imparziale”.
“Prevedere che l’accusa e il giudice siano della stessa famiglia è un controsenso”, dice l’ex magistrato in un’intervista a Fabrizio Caccia sul Corriere della Sera. “Le carriere unite significa che giudice e pm fanno parte della stessa squadra. Ma così come in una partita di calcio l’arbitro e il giocatore non possono far parte della stessa squadra, anche nel nostro sistema processuale giudici e pm non dovrebbero percorrere la medesima carriera”.
Di Pietro non condivide la posizione espressa dall’Associazione Nazionale Magistrati, secondo cui quella scritta dal ministro della Giustizia Carlo Nordio è una riforma che “isola e mortifica la funzione del pm”. “Fake news”, commenta l’ex pubblico ministero di Milano (dimessosi dalla magistratura nel 1994 per entrare in politica).
“La riforma – fa notare – non modifica l’articolo 104 della Costituzione, secondo cui sia l’autorità giudicante sia l’autorità requirente sono totalmente indipendenti da ogni altro potere dello Stato. Anzi, secondo me il pubblico ministero avrà più poteri di prima. E comunque non è questione di riforma: la sudditanza la potere politico dipende solo dall’animus del giudice o del pm”.
Contro la separazione delle carriere e più in generale contro la riforma Nordio, l’Anm ha proclamato uno sciopero per il prossimo 27 febbraio. Di Pietro – che oggi esercita la professione di avvocato – ha parole dure verso il sindacato degli ex colleghi: “Nel giorno dell’inaugurazione dell’anno giudiziario, anziché uscirsene dall’aula con la Costituzione in mano, li inviterei piuttosto a rileggersela meglio, la Costituzione”, attacca.
“Agli inizi del Novanta – ricorda l’ex pm – misi fuori dalla mia porta il cartello: ‘Qui non si sciopera’. L’ordine giudiziario è un potere dello Stato, sei già indipendente, contro chi scioperi? L’Anm – prosegue Di Pietro – ormai ha correnti, destra, sinistra, centro: allora da organismo di cultura e sapienza si trasforma in una Terza Camera della repubblica, ma senza contrappesi. Per questo non mi sono mai iscritto all’Anm”.
“Mi è costato molto dover mantenere le mie posizioni a favore della separazione delle carriere quando qualcuno ha intestato la riforma a Berlusconi”, ammette l’ex magistrato. “Che vuol dire che l’aveva detto Berlusconi? L’aveva detto pure Giovanni Falcone”.
“Se c’è un delinquente che dice qualcosa di condivisibile – conclude Di Pietro – mica puoi tagliargli la lingua perché è un delinquente”.
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