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Decreto Rave, il regalo di Iv al governo: approvato con 206 voti a favore. Ipotesi ghigliottina

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Decreto Rave, il regalo di Iv al governo: approvato con 206 voti a favore. Ipotesi ghigliottina

Con 206 voti favorevoli, il governo ha ottenuto la fiducia sul disegno di legge n. 705 di conversione del decreto 31 ottobre 2022, n. 162, meglio conosciuto come “decreto anti-Rave”.

S&D

La fiducia è stata posta nel corso della seduta del 27 dicembre a Montecitorio ed è fondamentale per arrivare all’approvazione del decreto, che reca misure urgenti in materia di giustizia.

Entro domani, 30 dicembre, il provvedimento dovrà essere convertito in legge, pena la sua decadenza.

Cosa prevede il decreto

Il decreto non si occupa solo dei raduni abusivi. Dunque, non solo introduce il cosiddetto “reato rave”, ma affronta la questione dell’ergastolo ostativo e prevede il reintegro dei medici no vax sul posto di lavoro.

Nei primi articoli il decreto inasprisce i termini per l’accesso ai benefici penitenziari e alla liberazione condizionale, in assenza di collaborazione con la giustizia, da parte dei detenuti condannati per reati ostativi.

Al contempo, però, grazie al sostegno di Italia Viva, la maggioranza ha concesso un “regalino” ai detenuti per reati quali corruzione, concussione, peculato e altri reati nella pubblica amministrazione. Per loro sarà di nuovo possibile accedere ai benefici penitenziari, che erano stati preclusi dalla legge Spazzacorrotti, approvata nel 2019 dal governo Conte I.

Questo significa che i colletti bianchi non metteranno più piede in carcere, facendo un balzo indietro a quando la Spazzacorrotti non esisteva.

L’articolo 5 del decreto anti-Rave, in base alle modifiche effettuate nel corso dell’esame al Senato, introduce nel codice penale all’articolo 633-bis, il reato “Invasione di terreni o edifici con pericolo per la salute pubblica o l’incolumità pubblica”.

L’articolo 633-bis punisce, con una pena di reclusione che va da 3 a 6 anni e una multa da 1.000 a 10.000 euro, chiunque organizzi o promuova l’invasione arbitraria di terreni o edifici altrui, pubblici o privati, al fine di realizzare un raduno musicale o avente altro scopo di intrattenimento.

Il decreto prevede inoltre che fino al 31 dicembre 2025 le controversie relative a provvedimenti che riguardano l’ammissione ai campionati professionistici e dilettantistici adottati dalle federazioni sportive nazionali, riconosciute dal Comitato Olimpico Nazionale Italiano (Coni) e dal Comitato Italiano Paralimpico (Cip), possano essere trattate attraverso la disciplina speciale dettata durante il periodo dell’emergenza epidemiologica.

Infine, il decreto pone fine all’applicazione delle norme transitorie che prevedono l’obbligo di vaccinazione contro il Covid-19 per i lavoratori dei settori sanitario, sociosanitario e socioassistenziale.

E si stabilisce la sospensione fino al 30 giugno 2023 delle sanzioni amministrative pecuniarie, pari a cento euro, previste per l’inadempimento dell’obbligo di vaccinazione.

Il M5s accusa il Terzo Polo

“È sconcertante notare come il governo, in sodalizio con il Terzo Polo di Renzi e Calenda, ormai parte ufficiosa dell’esecutivo Meloni, continui a concentrare la sua azione sul garantire praterie di impunità per coloro che commettono reati invece che per sostenere cittadini e imprese in difficoltà. L’ultima novità in tal senso arriva da un odg al dl Rave per cancellare il blocco della prescrizione dopo il primo grado voluto dal ministro Bonafede”. Così in una nota Francesco Silvestri, capogruppo M5s alla Camera.

“Come abbiamo più volte denunciato, l’attacco a tutti i presidi di legalità è diventato ancor più feroce con l’avvicinarsi delle fasi più delicate nella gestione delle risorse del Pnrr, e cioè proprio quando ce ne sarebbe più bisogno. Questo governo ha fatto una scelta chiara: attuare un sovranismo dell’illegalità da far pagare ai vulnerabili per stendere tappeti rossi a colletti bianchi, evasori e corrotti. Per noi tutto questo è inaccettabile e ci batteremo con tutte le nostre forze per difendere quella parte di Paese onesto che si vede ogni giorno calpestato da questo esecutivo”, conclude l’esponente 5s.

Protesta dell’opposizione

Dopo la fiducia di governo e maggioranza sul decreto anti-Rave, gli esponenti di Pd e M5s hanno iniziato a protestare.

Il motivo è stata la dichiarazione fatta da Luca Ciriani, ministro per i rapporti con il Parlamento, nel corso della trasmissione televisiva Oggi è un altro giorno in onda su Rai 1, sul fatto che si sarebbe ricorsi all’uso della ghigliottina, cioè il taglio dei tempi di esame di un provvedimento.

“Vorrei ricordare ai colleghi, nell’interesse del Parlamento tutto ma soprattutto delle prerogative della presidenza della Camera, che la ghigliottina o tagliola, non è prerogativa del governo, ma una sua prerogativa, presidente. È inaccettabile che sia il ministro a dire che si ricorrerà alla ghigliottina”, ha detto in aula la capogruppo Pd Debora Serracchiani.

Vittoria Baldino, vicecapogruppo M5s, ha aggiunto: “Ricordo che il ministro Ciriani non soltanto ha violato una prerogativa della presidenza della Camera, ma ha dimostrato poco rispetto verso il Parlamento in quanto in una trasmissione tv ha detto che l’atteggiamento delle opposizioni è inaccettabile, per noi è inaccettabile la maggioranza che ha un atteggiamento arrogante. Siamo sconcertati da questo atteggiamento”.

Alle parole di Pd e M5s ha replicato direttamente il presidente Lorenzo Fontana: “Chiamerò il ministro Ciriani per chiedergli delucidazioni su quanto letto sulle agenzie, e immagino che sicuramente ci intenderemo su quanto è avvenuto ma è chiaro che il ricorso alla ghigliottina è prerogativa della presidenza, strumento che in questo momento non è stato ancora adottato. Mi auguro tutti lavorino per evitarlo”.

Terminate le operazioni di voto in Aula della Camera si procede ora con l’illustrazione dei 157 ordini del giorno presentati, per i quali si prospetta una lunga seduta fiume. Il voto sugli ordini del giorno, tuttavia, non avrà inizio prima delle 19 di domani 30 dicembre, come stabilito dalla conferenza dei capigruppo.

Perché il ricorso alla ghigliottina

Visto l’elevato numero di ordini del giorno presentati (157), c’è il concreto rischio di allungare i tempi prefissati per la data di decadenza del decreto, il 30 dicembre.

Governo e maggioranza hanno dunque deciso di ricorrere alla ghigliottina, lo strumento regolamentare che dimezza i tempi di esame e discussione di un provvedimento, e taglia di netto le dichiarazioni di voto, in modo da passare direttamente al voto finale. Tuttavia, l’ultima parola spetta al presidente della Camera.

Per oggi, giovedì 29 dicembre è previsto alle 19 l’inizio della votazione per odg, fino al voto finale, che potrebbe non arrivare prima della tarda mattinata di domai 30 dicembre.

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