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Decreto Ong: così la Lega punta a far tornare i Decreti Sicurezza

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Decreto Ong: così la Lega punta a far tornare i Decreti Sicurezza

Con gli emendamenti presentati dai deputati della Lega in Commissione Affari Costituzionali della Camera, dove si sta discutendo in questi giorni il decreto legge n.1 del 2 gennaio 2023 “recante disposizioni urgenti per la gestione dei flussi migratori”, il partito di Matteo Salvini punta a far tornare i Decreti Sicurezza.

A denunciarlo in una nota stampa è il Forum per Cambiare l’Ordine delle Cose, che ha già dichiarato in audizione alla Camera che questo decreto va solo abrogato.

Cosa prevedono gli emendamenti

Entrando nel dettaglio dei testi presentati, infatti, alcuni deputati della Lega stanno provando a introdurre in un decreto che ha come oggetto le attività delle Ong, emendamenti che renderebbero ancora più difficile la concessione dei permessi di soggiorno per i richiedenti asilo. E ancor più complicati i ricongiungimenti familiari. L’emendamento in questione, in particolare, prevede l’aumento del reddito minimo richiesto del 50 per cento per ogni membro della famiglia. In pratica, un migrante che vorrebbe far venire in Italia una moglie e due figli dovrebbe dimostrare un reddito annuo di 24 mila euro, denuncia il Forum.

È previsto anche il raddoppio dei tempi di detenzione nei Cpr dei migranti destinati al rimpatrio che non avrebbero più neanche la possibilità di rivolgersi al garante dei detenuti.

Gli emendamenti proposti dai deputati leghisti, inoltre, puntano a tagliare ulteriormente l’integrazione dei richiedenti asilo, diminuendo le risorse per la formazione e i percorsi lavorativi. Nei fatti, quindi, si introducono le norme già previste dai Decreti Sicurezza, cancellando la cosiddetta protezione speciale, che renderebbe irregolari oltre 100 mila persone che vivono e lavorano in Italia. In questo modo, inoltre, si espone al rischio di rimpatrio migliaia di richiedenti asilo, che rischiano di subire pesanti discriminazioni nel paese d’origine.

La denuncia del Forum

Il giurista Gianfranco Schiavone, componente del direttivo del Forum, dichiara: “Già la sentenza della Corte costituzionale n. 22 del 2013 ha escluso la possibilità di inserire nella legge di conversione di un decreto legge emendamenti che non siano del tutto estranei all’oggetto e alle finalità del testo originale”.

E poi ancora: “Lo stesso orientamento è stato seguito da altre quattro sentenze della Corte. E, dunque, non basta riportare nell’oggetto degli emendamenti una previsione generica come quella di gestione dei flussi migratori per inserire ciò che si vuole. Perciò tutti gli emendamenti a firma Iezzi e altri sono palesemente inammissibili, perché fuoriescono chiaramente dal perimetro dell’oggetto del decreto”.

“Pensiamo che sia sempre più urgente sottrarre le migrazioni alla propaganda, alla mistificazione e alla strumentalizzazione, praticando una politica di buon senso e buon governo che risponda alle esigenze storiche e politiche del maggiore fenomeno contemporaneo”, aggiunge Giovanna Cavallo, attivista e componente del direttivo del Forum.

“Per questo, come organizzazioni della rete del Forum, pretendiamo che vengano supportati realmente  uomini e donne, i cui progetti migratori sono rivolti all’Europa per motivi di lavoro, per motivi di studio, per raggiungere famiglie. Bisogna abrogare questo Decreto e tutelare i bisognosi di protezione internazionale”, conclude Cavallo, rivolgendo un appello ai presidenti delle commissioni Affari costituzionali e trasporti, che oggi 25 gennaio 2023 dovranno vagliarne l’ammissibilità, affinché dichiarino inammissibili gli emendamenti dei deputati leghisti.

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