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Home » Politica

Al Csm non badano a spese: i costi crescono malgrado la crisi

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Credit: Ansa

In attesa che arrivi la tanto agognata riforma del Csm, l’organo di autogoverno della magistratura guidato dal vice presidente David Ermini non bada a spese. Almeno a leggere il bilancio preventivo 2022: dai 39,8 milioni dell’anno scorso i costi salgono a 44,4 milioni. Ad aumentare sono soprattutto le retribuzioni per i componenti del Csm, in particolare la voce relativa alla «indennità di cessazione dalla carica ai Componenti laici eletti dal Parlamento»: si prevede una spesa di 1,4 milioni che, divisa tra gli otto componenti laici che termineranno il loro mandato proprio quest’anno, fa in media 175mila euro a testa. Ma non è l’unica uscita ad aumentare.

Anche il personale nel 2022 costerà lievemente di più rispetto al 2021: da 25,4 milioni si passa a 26,8. E poi, ovviamente, ci sono beni e servizi da assicurare al Consiglio. Come ad esempio i 685mila euro previsti per la «fornitura di servizi di biglietteria e pernottamenti per i vari componenti» del Csm, più eventuali catering per eventi istituzionali; o i 120mila euro per mezzi di trasporto. Curiosi pure i 20mila euro ad hoc per la «fornitura di capi di abbigliamento al personale autista». E poi ancora pulizia dei locali e facchinaggio (480mila euro), acquisto di immobili (300mila), fino alla «realizzazione del progetto di reingegnerizzazione del sistema informativo del Csm» (2,6 milioni dai 180mila euro dello scorso anno). Alla fine anche per beni e forniture il conto cresce in totale di oltre 4 milioni. Se questo è l’inizio della riforma, non si direbbe che sia partita col piede giusto.
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