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    Coronavirus, Conte: “Chiuse tutte attività commerciali in Italia eccetto alimentari e farmacie. Garantiti trasporti e servizi essenziali”. Da domani cosa cambia

    L'amministratore delegato di Invitalia Domenico Arcuri si affiancherà al capo della protezione civile Borrelli sull'emergenza coronavirus

    Di Anna Ditta
    Pubblicato il 11 Mar. 2020 alle 21:53 Aggiornato il 11 Mar. 2020 alle 23:33

    Coronavirus, Conte: “Chiuse tutte attività commerciali in Italia eccetto alimentari e farmacie”

    Il Governo ha deciso di chiudere tutte le attività commerciali in Italia, eccetto alimentari e farmacie. Chiusi negozi e locali in tutta Italia, garantiti trasporti e servizi essenziali, rimangono aperti alimentari, farmacie, tabacchi, edicole. Stop completo a pub, ristoranti, bar. Sì alle consegne a domicilio. Garantiti anche servizi bancari, postali, assicurativi. Fabbriche e industrie aperte ma con misure di sicurezza. Nuovo commissario straordinario: Domenico Arcuri. Conte: “Servono 14 giorni per vedere gli effetti sui contagi”.

    Il discorso di Conte

    “I trasporti pubblici saranno garantiti, le banche aperte. Non c’è bisogno di correre per l’accaparramento dei generi alimentari. Le industrie e fabbriche potranno continuare a svolgere le proprie attività produttive a condizione che assumano misure di sicurezza adeguate ad evitare il contagio”, ha spiegato il premier. “L’effetto di questo grande sforzo si potrà vedere entro un paio di settimane”, ha aggiunto Conte. “Restiamo distanti oggi per abbracciarci domani”, ha detto.

    “Se i numeri” dei contagiati da coronavirus “dovessero continuare a crescere, cosa non affatto improbabile, non significa che dovremo affrettarci a nuove misure. Non dobbiamo fare una corsa cieca contro il baratro”, ha detto Conte. “Dobbiamo essere misurati e responsabili”.

    L’Italia “è un’unica comunità”, il Paese “ha bisogno di responsabilità, ha bisogno di ognuno di noi, di 60 milioni di italiani che compiono ogni giorno piccoli e grandi sacrifici”, ha detto il premier. “Tutti insieme ce la faremo”.

    Il premier ha annunciato inoltre che l’amministratore delegato di Invitalia Domenico Arcuri si affiancherà al capo della protezione civile Borrelli sull’emergenza coronavirus.

    La decisione è stata accolta positivamente dal governatore della Lombardia Attilio Fontana. “Ha prevalso il buon senso”, ha dichiarato. “Il Coronavirus si può contrastare solo con misure rigorose. Sono certo che non solo i lombardi, ma tutti gli italiani, valuteranno positivamente questo provvedimento. Con la consapevolezza che i sacrifici di oggi sono necessari per ripartire più forti domani”.

    Il presidente del Consiglio ha accettato le richieste della Regione Lombardia per misure più restrittive nel contrasto alla diffusione del  Coronavirus. L’annuncio arriva poche ore dopo che l’Oms ha dichiarato il Coronavirus una “pandemia” e dopo che la Regione Lombardia ha formalizzato la richiesta al governo per interventi più stringenti allo scopo di rallentare i contagi.

    Secondo il bollettino della Protezione civile di oggi in Italia si contano 10.590 contagiati, 827 morti, 1.045 guariti.

    L’antefatto

    La Regione Lombardia chiedeva già da ieri la chiusura totale delle attività commerciali in tutta Italia. Dopo un’iniziale chiusura, il governo guidato dal premier Giuseppe Conte ha valutato l’ipotesi di accogliere la richiesta.

    Nella conferenza stampa di stamattina dopo il Cdm che ha stanziato 25 miliardi di euro come risorse straordinarie per contrastare l’epidemia, il presidente del Consiglio ha infatti dichiarato: “Ho sollecitato il presidente della Lombardia, Attilio Fontana, a formalizzare le sue richieste, motivandole. Siamo in attesa di queste motivazioni: da parte del governo non c’è nessuna chiusura verso misure più restrittive. L’obiettivo prioritario è tutelare la salute dei cittadini”.

    Conte ha dunque aperto alla possibilità di consentire alle Regioni di stabilire indipendentemente ulteriori chiusure, pur rimanendo all’interno di un quadro normativo nazionale. Purché vengano garantiti ugualmente i servizi essenziali: supermercati, farmacie, informazione. In altre parole: concedere maggiore libertà alle regioni di emanare ordinanze restrittive sulle attività commerciali, seppur di concerto con l’esecutivo.

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