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CasaPound espone ancora la sua scritta davanti alla sede occupata a Roma: “Alla faccia dei censori”

Immagine di copertina
La scritta 'CasaPound' esposta dai militanti a Roma

CasaPound espone ancora la sua scritta davanti alla sede occupata

I militanti di CasaPound hanno esposto di nuovo a Roma la scritta con il nome del loro movimento, davanti all’edificio occupato in via Napoleone III, che da 16 anni è il loro quartier generale.

Gli attivisti di CasaPound hanno esposto ancora le 9 lettere che erano stata rimosse ad agosto scorso dalla facciata della sede su disposizione del Comune di Roma. A mostrare l’azione, in una sorta di sit-in celebrativo dei 16 anni di occupazione, è stato proprio il profilo Facebook di CasaPound Italia, dove sono state caricate foto di diversi militanti davanti all’edificio.

casapound scritta roma
La scritta ‘CasaPound’ ricollocata all’esterno della sede del movimento a Roma in via Napoleone III

La scritta ‘CasaPound’ non è state ricollocata sul muro dell’immobile, ma esposta davanti alla facciata del palazzo. “Sedici anni e non sentirli. Alla faccia dei censori di ogni risma. Avanti CasaPound. Alla vittoria!”, è il messaggio che accompagna le immagini in un post pubblicato oggi, venerdì 27 dicembre.

Pd Lazio: “Si ponga fine all’occupazione fascista”

Le reazioni all’esposizione della scritta non si sono fatte attendere. In una nota il vicesegretario del Pd Lazio Enzo Foschi ha dichiarato: “CasaPound festeggia i 16 anni di occupazione del palazzo all’Esquilino e con arroganza ricolloca sull’ingresso l’insegna recentemente rimossa dai vigili di Roma Capitale. Non basta che indagini abbiano verificato che quel palazzo è in parte occupato da famiglie dei dirigenti di CasaPound, che per reddito non avrebbero neanche diritto all’assistenza alloggiativa”.

“Non basta – ha aggiunto Foschi – che la Corte dei Conti abbia rinviato a processo per danno erariale per centinaia di milioni i responsabili amministrativi che avrebbero coperto per inerzia o colpa quella occupazione. Non bastano le decine di episodi di violenza e aggressione che hanno visto protagonisti molti militanti di quel movimento. Non basta che si dichiarino apertamente fascisti. Dopo 16 anni sono ancora lì nel palazzo occupato al centro di Roma. Arroganti e sprezzanti di fronte alle regole e alle leggi”.

Per il vicesegretario del Pd Lazio “è ora che dopo 16 anni a questa prepotente arroganza si dia uno stop. Ci aspettiamo che il governo, così come richiesto da tante realtà democratiche, dimostri che 16 anni di occupazione fascista per Roma, la città delle Fosse Ardeatine e delle deportazioni degli ebrei del ghetto del 16 ottobre e medaglia d’Oro per la Resistenza, sono una vergogna a cui porre immediatamente fine”.

Il 6 agosto scorso, nel giorno della rimozione della scritta ‘CasaPound’ dalla facciata della sede del movimento la sindaca di Roma Virginia Raggi aveva dichiarato: “Ora va sgomberato l’immobile e deve essere restituito alle famiglie che ne hanno davvero diritto. Va ripristinata la legalità. Fino in fondo”.

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