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Autonomia: scontro tra Conte e i governatori di Veneto e Lombardia

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Zaia e Fontana hanno attaccato il premier dopo le modifiche volute dai 5 Stelle al disegno di legge

Autonomia: scontro tra Conte e i governatori di Veneto e Lombardia

Sull’Autonomia si accende lo scontro tra il premier Conte e i governatori di Veneto e Lombardia.

Il presidente del Consiglio, già alle prese con lo spettro di una crisi di governo, deve ora difendersi dagli attacchi di Zaia e Fontana, i quali non hanno gradito le modifiche al disegno di legge sull’Autonomia delle Regioni, proposte nella giornata di venerdì 19 luglio durante il vertice di maggioranza che si è tenuto a Palazzo Chigi in occasione del Cdm.

“Sono lieto di annunciare che abbiamo fatto significativi passi avanti sulle Autonomie: ieri tutto il pomeriggio l’ho dedicato a lavorare a questo. Siamo in dirittura di arrivo” aveva dichiarato Conte subito dopo il Consiglio dei Ministri.

“Il disegno dell’Autonomia differenziata si sta realizzando con le garanzie che ho sempre richiesto, di realizzare un progetto previsto dalla Costituzione ma senza che questo possa recare danno ad altre Regioni. Non vogliamo un’Italia frammentata nelle opportunità” aveva poi aggiunto il premier.

Autonomia differenziata: cos’è, come funziona e quali sono le richieste di Veneto, Lombardia ed Emilia Romagna

Al centro della discussione c’è il capitolo scuola, su cui è passata la linea del Movimento 5 Stelle.

L’articolo 12, che prevedeva l’assunzione diretta dei docenti su base regionale, così come richiesto dalla Lega, è infatti stato soppresso.

Su questo punto Conte è stato molto chiaro durante la conferenza stampa: “Io tenevo molto al fatto che il modello della scuola non può essere frammentato, non possiamo pensare che l’Autonomia differenziata significhi frammentare questo modello. Probabilmente i governatori interessati non avranno tutto quello che hanno chiesto ma ci sta, è un negoziato tra Stato e Regioni”.

Autonomia: il duro commento di Zaia e Fontana

La risposta delle regioni del Nord guidate dalle Lega non è tardata ad arrivare.

Luca Zaia, governatore del Veneto, ha commentato: “Ho dei dubbi sul fatto che all’interno del Consiglio dei Ministri siano tutti d’accordo su quello che si sta decidendo”.

Il presidente del Consiglio – ha aggiunto Zaia – può dire quello che vuole, parla dell’attività del Consiglio dei Ministri ma di certo non delle nostre volontà. In questo momento sta tentando di fare una bozza da proporci per il contratto da firmare. Diremo noi se ci va bene o no”.

Zaia poi ha dichiarato: “Ci sentiamo presi in giro, non da Salvini, ma da Conte. Vedere un presidente del Consiglio che presiede riunioni che producono il  nulla, se non conferenze stampa, è poco rispettoso rispetto a tutti i veneti che hanno votato. La misura è colma”.

“Siamo cinque milioni di veneti e 150 miliardi di PIl. Ne abbiamo le tasche piene di pagare per vedere gente sprecare. Vogliamo che i virtuosi siano premiati”.

Dello stesso tono il commento di Attilio Fontana, presidente della regione Lombardia.

“Mi ritengo assolutamente insoddisfatto dell’esito del vertice di oggi sull’Autonomia. Abbiamo perso un anno in chiacchiere. Aspettiamo di vedere il testo definitivo, ma se le premesse sono queste, da parte mia non ci sarà alcuna disponibilità a sottoscrivere l’intesa”.

“Sono deluso anche da quello che ha detto il premier Conte. Credo che questo comportamento sia irrispettoso dei cittadini lombardi e veneti che hanno espresso direttamente con un referendum la loro volontà”.

“Sul tema dell’istruzione – continua Fontana – non interessa il bene dei nostri ragazzi, non interessa il bene del nostro Paese. Si vogliono continuare a difendere questi centri di potere che vogliono mantenere in vita l’Italia dell’inefficienza”.

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