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    “Conte chiude la Lombardia senza una motivazione valida”. Ma è Fontana a non essere più credibile

    Di Lara Tomasetta
    Pubblicato il 5 Nov. 2020 alle 11:38

    In Lombardia nelle ultime 24 ore sono stati segnalati 7.758 nuovi contagi da Covid-19 su 43.716 tamponi effettuati. Da ieri sono stati registrati 96 morti. Da febbraio, stando ai dati ufficiali, sono 17.848 i cittadini deceduti ufficialmente per Covid-19 nella sola Lombardia. Il totale dei pazienti in terapia intensiva negli ospedali lombardi rappresenta un quarto di quelli di tutta Italia. Il rapporto nuovi positivi/tamponi in Lombardia è del 17,7%, dopo aver toccato il 21% due giorni fa. Eppure per il governatore della Lombardia Attilio Fontana non ci sono “motivazioni valide e credibili” per rendere la regione zona rossa.

    Il presidente lombardo non accetta la decisione annunciata dal premier Conte che vede la Lombardia come una delle 4 regioni inserite in fascia rossa. “Comunicare ai lombardi e alla Lombardia, all’ora di cena, che la nostra regione è relegata in fascia rossa senza una motivazione valida e credibile non solo è grave, ma inaccettabile”, afferma e insiste: “A rendere ancor più incomprensibile questa decisione del Governo sono i dati attraverso i quali viene adottata: informazioni vecchie di dieci giorni che non tengono conto dell’attuale situazione epidemiologica”, ha proseguito il presidente della regione. “Le richieste formulate dalla Regione Lombardia, ieri e oggi, dunque – ha concluso Fontana – non sono state neppure prese in considerazione. Uno schiaffo in faccia alla Lombardia e a tutti i lombardi. Un modo di comportarsi che la mia gente non merita”.

    Ma cosa meritano i lombardi? Certamente le misure previste per la zona rossa sono molto restrittive, ma sono necessarie e non più prorogabili. Nessuno vuole che un territorio che ha già sofferto così tanto nei mesi passati si ritrovi in quelle condizioni di emergenza che hanno dato a tante province lombarde tristi primati.

    In questo contesto è opportuno ricordare le tragiche conseguenze della mancata chiusura di Alzano e Nembro in Val Seriana. Ed è altrettanto opportuno ricordare che attualmente nelle province lombarde i numeri dei contagi sono: 3.613 in provincia di Milano; a Varese 607 i nuovi positivi. Sono 898 i nuovi positivi nella provincia di Monza e Brianza, 587 in provincia di Brescia, 457 in quella di Como e 314 a Pavia. La provincia di Bergamo ha registrato 240 nuovi contagi, mentre sono 230 quelli a Lecco, 129 nella provincia di Lodi, 152 in quella di Cremona, 135 nella provincia di Sondrio e 188 a Mantova.

    Ma a preoccupare in Lombardia è anche il numero crescente dei pazienti ricoverati in ospedale e in terapia intensiva. Con l’aumentare dei contagi aumentano infatti cresce anche la pressione sugli ospedali della rete regionale. Nelle ultime 24 ore il numero dei ricoveri in ospedale è salito di 278 unità, portando il totale a 5.018 (ieri erano 4.740), mentre 32 sono i nuovi pazienti assistiti in terapia intensiva, che raggiungono dunque la cifra di 507 unità. Cresce per fortuna in maniera considerevole anche il numero dei guariti/dimessi, ora arrivato a 101.610: sono 1.495 le persone che sono riuscite a superare la malattia nelle ultime 24 ore.

    Qui la ricostruzione completa dell’inchiesta di TPI sulla mancata Zona Rossa ad Alzano Lombardo e Nembro.

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