Icona app
Leggi TPI direttamente dalla nostra app: facile, veloce e senza pubblicità
Installa
Banner abbonamento
Cerca
Ultimo aggiornamento ore 07:00
Immagine autore
Gambino
Immagine autore
Telese
Immagine autore
Mentana
Immagine autore
Revelli
Immagine autore
Stille
Immagine autore
Urbinati
Immagine autore
Dimassi
Immagine autore
Cavalli
Immagine autore
Antonellis
Immagine autore
Serafini
Immagine autore
Bocca
Immagine autore
Sabelli Fioretti
Immagine autore
Guida Bardi
Home » Opinioni

Per l’Onu è la politica il maggior ostacolo alla lotta contro il riscaldamento globale

Immagine di copertina
Il principale ostacolo per affrontare il cambiamento climatico? La politica. Meglio, l’insensibilità e gli interessi trasversali che la politica preferisce mantenere piuttosto che mettere in campo azioni concrete al di là della solita retorica acchiappa voti. C’è scritto nero su bianco nel rapporto del Gruppo intergovernativo delle Nazioni Unite (Ipcc) sui cambiamenti climatici: ben 3mila pagine che contengono l’analisi più completa su ciò che si può fare per scongiurare pericolosi livelli di riscaldamento da quando è stato raggiunto l’Accordo di Parigi sul clima nel 2015. La buona notizia è che molto di ciò che è necessario è in corso. Lo studio mostra che i prezzi delle alternative verdi ai combustibili fossili non solo sono diminuiti, ma sono precipitati. Tra il 2010 e il 2019, i costi dell’energia solare e delle batterie agli ioni di litio sono diminuiti dell’85%, mentre l’energia eolica è diminuita del 55%.
I pannelli solari e le turbine eoliche possono ora competere con la produzione di energia da combustibili fossili in molti luoghi e lo sviluppo delle tecnologie verdi è aumentato vertiginosamente. La cosa più incoraggiante è che la crescita delle emissioni di gas serra è rallentata, da una media annuale del 2,1% all’inizio di questo secolo all’1,3% tra il 2010 e il 2019. Ma questo non è abbastanza. I progressi in alcuni Paesi sono stati controbilanciati dall’aumento vertiginoso delle emissioni altrove. Per avere la possibilità di raggiungere l’obiettivo di contenere l’aumento della temperatura media globale entro 1,5 gradi, le emissioni devono raggiungere il picco al più tardi entro il 2025 e diminuire di un 43% senza precedenti entro il 2030. Il problema più grande – si legge nel rapporto – è la politica. Quella stessa politica che con le sue dispute tra i 195 Paesi del Gruppo ha ostacolato la stesura del rapporto. Alcuni Stati dipendono fortemente dai combustibili fossili oppure non hanno risorse da investire nell’energia verde e avrebbero voluto delle conclusioni “più morbide”. La politica che si occupa di come narrare i problemi invece di risolverli. Siamo sempre lì.
Ti potrebbe interessare
Opinioni / Metterci a dieta è la miglior cosa che possiamo fare per noi e per l’ambiente
Opinioni / Quegli animali imprigionati nelle fabbriche della morte
Esteri / La mucca cinese di Xi Jinping attira consensi in Europa
Ti potrebbe interessare
Opinioni / Metterci a dieta è la miglior cosa che possiamo fare per noi e per l’ambiente
Opinioni / Quegli animali imprigionati nelle fabbriche della morte
Esteri / La mucca cinese di Xi Jinping attira consensi in Europa
Opinioni / Caro Marco Tarquinio, ci vorrebbe più rispetto per i valori fondamentali del PD
Opinioni / Israele e la guerra di Gaza. Fermare il massacro
Esteri / Tra Netanyahu e Biden ne resterà soltanto uno: ecco perché “Bibi” disobbedisce a Joe
Esteri / Il doppio standard è un male anche per Israele
Opinioni / I censuRAI dello Stato
Opinioni / Il cardinale Zuppi e Fabrizio Barca: “Mettere insieme giustizia sociale e ambientale”
Opinioni / Nel Governo di Giorgia Meloni ci sono gli stessi disvalori del Fascismo