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Mentre in Italia ci si interroga sui “congiunti”, all’estero si pensa a come gestire il lockdown del sesso

Immagine di copertina
Credit: Pixabay

L’Italia si interroga sui “congiunti”, intanto all’estero si pensa a come gestire il lockdown del sesso

In Italia la politica e i governanti non ne parlano mai, perché il ‘non detto’ attorno al sesso e alla sessualità la fa da padrone da sempre. E mentre gli scienziati di tutto il mondo si interrogano sulla capacità di trasmissione del Covid-19 attraverso i rapporti intimi, il lockdown ha imbrigliato i fedifraghi alle mogli e i single… a loro stessi! Già, perché da noi molti sessuologi e la stessa Società Italiana di Urologia han fatto proprio il motto “fatelo, fatelo sempre, ma fatelo a casa”, ma nei Dpcm susseguitesi non c’è nemmeno un piccolo indizio su come far fronte al lockdown sex, tranne l’ultimo in cui l’impronta etica da “famiglia naturale fondata sul matrimonio” la fa da padrone.

S&D

Più solerte nel comunicare schiettamente ai cittadini è stato il Dipartimento Salute della città di New York, che a fine marzo ha pubblicato una guida completa su come godersi il sesso evitando il rischio contagio, specificando che “il partner più sicuro con cui avere rapporti sessuali sei tu”, sdoganando una sorta di onanismo di Stato e invitando le persone ad avere “appuntamenti video, sexting o chat room” invece di incontrare le persone conosciute online.

Sulla stessa linea Buenos Aires. Di recente il Ministero della sanità argentino, per il tramite del suo esperto José Barletta, ha sottolineato che “ci sono molte applicazioni online per incontrare persone, e strumenti come videochiamate, sesso virtuale e sexting ” invitando alla masturbazione come modalità di contenimento del Covid-19, specificando, comunque, di lavarsi bene le mani.  Panama va oltre: come mezzo per combattere il Coronavirus ha attuato la separazione dei sessi. Le donne potranno uscire per le commissioni urgenti lunedì, mercoledì e venerdì, mentre gli uomini martedì, giovedì e sabato, mentre tutti a casa la domenica.

All’onanismo di Stato si sono adeguate le dating app come Bumble e Tinder, fresche di boom di nuova utenza, inviando promemoria costanti per invitare a mantenere la distanza sociale. Ogni settimana i ‘tinderiani’ ricevono un messaggio che reca: “La distanza sociale non deve significare disconnettersi … Speriamo di essere un luogo di connessione in questo momento difficile, ma è importante sottolineare che ora non è il momento di incontrarsi nella vita reale. Per favore, rimani qui per ora”.

Non è chiaro se la fine del lockdown generale corrisponderà alla fine del lockdown sex. Una luce è arrivata dalla Danimarca. Lunedì scorso il direttore generale dell’autorità sanitaria danese Søren Brostrøm in conferenza stampa ha affermato che i single con un numero anche elevato di partner sessuali non dovrebbero sentirsi inibiti dalle misure di contenimento sociale, dichiarando: “Il sesso è buono. Il sesso è sano. Siamo esseri sessuali, e ovviamente si può fare sesso in questa situazione. Come con qualsiasi altro contatto umano, c’è il rischio di infezione. Ma, ovviamente, si deve essere in grado fare sesso”. E in Italia? Ci si interroga sulla nozione di “congiunto”.

Leggi anche: 1. Parenti sì, fidanzati no. Un governo può decidere per legge una gerarchia degli affetti? (di F. Salamida) / 2. La Fase 2 e i diritti Lgbt negati: l’Italia non è la famiglia del Mulino Bianco (di M. Giorgi) / 3. Anche i fidanzati sono congiunti: lo dice la Cassazione

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