Icona app
Leggi TPI direttamente dalla nostra app: facile, veloce e senza pubblicità
Installa
Banner abbonamento
Cerca
Ultimo aggiornamento ore 11:48
Pirelli Summer Promo
Immagine autore
Gambino
Immagine autore
Telese
Immagine autore
Mentana
Immagine autore
Revelli
Immagine autore
Stille
Immagine autore
Urbinati
Immagine autore
Dimassi
Immagine autore
Cavalli
Immagine autore
Antonellis
Immagine autore
Serafini
Immagine autore
Bocca
Immagine autore
Sabelli Fioretti
Immagine autore
Guida Bardi
Home » Opinioni

La boutade di Macron sull’Ucraina e l’Ue che deve imparare a difendersi da sola (di S. Mentana)

Immagine di copertina
Credit: AGF

Dobbiamo avere chiaro che per la prima volta dal 1989 il nostro continente si trova ad affrontare un’instabilità potenzialmente molto pericolosa

Il presidente francese Emmanuel Macron lo ha prima detto, poi ha fatto un passo indietro, salvo poi nuovamente ritrattare e ribadirlo: la Francia, ove fosse necessario, è pronta a mandare proprie truppe in Ucraina e la sconfitta di Kiev è qualcosa che va evitata a tutti i costi. Mentre il sentimento nei confronti del conflitto si è mosso a fasi alterne dal 24 febbraio 2022 ad oggi e attualmente prevale una visione secondo cui la costanza russa, forte di un’industria bellica che procede a tamburo battente, potrebbe premiare Mosca sul medio termine, la posizione del presidente francese sembra essere legata a questo specifico momento. Sicuramente c’è anche questo, ma non solo.

S&D

Macron da oltre due anni ha infatti chiara una cosa: la Nato è un’alleanza a trazione statunitense, e in cui la sicurezza europea e le varie operazioni compiute in giro per il mondo si sono fondate proprio sul ruolo di Washington. Tuttavia, oggi che una guerra potenzialmente molto pericolosa per l’intera stabilità europea è alle nostre porte, il Vecchio Continente non può permettersi di dipendere dal sentimento momentaneo e dalla disponibilità degli Stati Uniti d’America: deve essere in grado di fare da sé, di avere un proprio coordinamento militare, una propria industria bellica ed essere in grado di tracciare le proprie linee rosse.

Dopo l’ampio sostegno fornito a Kiev in termini di armamenti, dopo il precedente di un’aggressione senza casus belli da parte di Mosca e il concreto rischio che si crei anche un altro precedente, la modifica territoriale attraverso un intervento militare, Macron ha sentito il bisogno di tracciare delle linee rosse per garantire la sicurezza e la stabilità di un’Europa che mai si era trovata in epoche recenti in una situazione così complessa. E non è un caso che a prendere questa iniziativa sia proprio la Francia, l’unica potenza nucleare dell’Unione europea.

Tuttavia, non è solo Parigi a sentire il concreto rischio delle conseguenze che due anni di guerra in Ucraina stanno avendo sull’Europa: a est la questione è particolarmente sentita, in modo particolare in Polonia e nei Paesi baltici, così come in Finlandia. Ma anche in Repubblica Ceca, dove il presidente Petr Pavel ha lanciato un’iniziativa per acquistare munizioni e fornirle a Kiev, mentre la Danimarca ha recentemente rivisto le proprie regole relative al servizio militare.

Nella speranza che la situazione possa risolversi pacificamente e che nemmeno si ponga il problema di un’escalation, come europei dobbiamo avere chiaro che per la prima volta dalla fine della Guerra fredda il nostro continente si trova ad affrontare una situazione di instabilità potenzialmente pericolosa. Perché possa continuare a essere un continente di pace, deve essere forte prima di tutto un’integrazione europea che vada oltre quella economica e monetaria che ha sempre prevalso sul resto. Macron probabilmente ha chiaro che tra gli aspetti in gioco c’è che questo continente sappia gestire le questioni da sé, senza dipendere da altri.

Ti potrebbe interessare
Esteri / Tra Netanyahu e Biden ne resterà soltanto uno: ecco perché “Bibi” disobbedisce a Joe
Esteri / Il doppio standard è un male anche per Israele
Opinioni / I censuRAI dello Stato
Ti potrebbe interessare
Esteri / Tra Netanyahu e Biden ne resterà soltanto uno: ecco perché “Bibi” disobbedisce a Joe
Esteri / Il doppio standard è un male anche per Israele
Opinioni / I censuRAI dello Stato
Opinioni / Il cardinale Zuppi e Fabrizio Barca: “Mettere insieme giustizia sociale e ambientale”
Opinioni / Nel Governo di Giorgia Meloni ci sono gli stessi disvalori del Fascismo
Opinioni / Noi giovani e la politica, tra apatia e grandi battaglie (di G. Brizio)
Esteri / Di chi è il Medio Oriente? I limiti di Washington e il campo minato delle grandi potenze mondiali (di G. Gambino)
Opinioni / Le Europee saranno le prime elezioni a ridefinire il ruolo dell’Ue nel mondo (di S. Mentana)
Opinioni / Campo rotto: salvate i soldati Conte & Schlein
Esteri / Erdogan non è imbattibile: ma il futuro del leader turco e dell’Akp è ancora tutto da scrivere