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Home » Opinioni

Generazione Elly: ecco cosa si aspettano i giovani dalla neo segretaria del Partito Democratico

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Cara Elly,

S&D

chi ti scrive è una rivista composta perlopiù da ragazze e ragazzi della tua età, giornaliste e giornalisti che hanno cominciato a capire il mondo quando il Muro di Berlino era già stato abbattuto e la sinistra aveva già deciso, purtroppo, di accodarsi alla destra. Parliamo della sinistra che hai combattuto in questi dieci anni: quella ostaggio del liberismo, della sottrazione di diritti, quella che ha privato lavoratrici e lavoratori delle tutele necessarie e che ha abbracciato il modello di una globalizzazione senza regole che ha condotto il pianeta sullorlo dellabisso. Non siamo rottamatori, come sappiamo che non lo sei tu. Da queste parti, al contrario, abbiamo saputo coniugare lentusiasmo dei trentenni con lesperienza di chi ha percorso tanta strada prima di noi.

Se hai vinto, e hai vinto inequivocabilmente contro ogni pronostico, è perché hai incontrato sulla tua strada lindignazione e la speranza di una generazione che non sarebbe andata a votare per nessun altro candidato. Che, difatti, non ha votato per il PD. Ma per te e basta. E che adesso chiede di non essere tradita, di essere ascoltata, compresa, inclusa.

È la generazione degli stage gratuiti, dei contratti a tempo determinato, del precariato esistenziale, della scuola che troppo spesso esclude anziché accogliere, con tassi di dispersione che, soprattutto in determinate aree del Sud, superano il 20 per cento.

È la generazione delluniversità del merito” che lascia indietro chi viene dal basso ed è costretto a lavorare per pagarsi gli studi perché le borse coprono solo parzialmente, o quasi per niente, il percorso accademico.

È la generazione della pace e della speranza di cui noi giovani più di tutti avvertiamo il bisogno.

Se hai vinto, cara Elly, è perché la generazione Schlein”, per una volta, ha deciso di alzarsi dal divano e assumersi le proprie responsabilità.

Ora tocca a te. Ora o mai più. Solo adesso, infatti, a fronte di questo risultato, disporrai della forza necessaria per cambiare le cose sul serio. Noi vogliamo chiederti conto di tre argomenti cruciali, destinati a fare la differenza e a ridefinire lidentità di un partito che non può continuare a essere un insieme di correnti senzanima in guerra con se stesse.

La pace, indispensabile per vivere

Il primo banco di prova riguarda sicuramente il tema della pace (non a caso, a breve si voterà il decreto guerra su cui il Pd dovrà dire la propria in Aula). Negli ultimi mesi decine di migliaia di persone si sono riversate in piazza per dire no alla guerra. La pace, infatti, è il requisito indispensabile per guardare avanti. Lo ha capito fin da subito il mondo cattolico, con le numerose iniziative organizzate dalla Comunità di SantEgidio. E lo pensano anche molti dei giovani che si sono recati ai gazebo domenica scorsa, ben coscienti del fatto che a morire in questa guerra siano i loro coetanei russi e ucraini, vittime sacrificali di una mattanza che non hanno scatenato. Molte delle ragazze e dei ragazzi che ti hanno votato hanno cominciato a far politica manifestando contro le guerre in Afghanistan e in Iraq, sventolando la bandiera arcobaleno, chiedendo unEuropa protagonista, autonoma e indipendente. E proprio perché noi tutti abbiamo sul comodino i libri di Anna Politkovskaja, proprio perché conosciamo il valore della libertà di pensiero e despressione, a questi capisaldi del nostro vivere civile facciamo appello nel rivolgerci a te, cara Elly, con lauspicio che il tuo” PD tenga conto di questi impulsi dal basso nel definire chiaramente, una volta per tutte, la linea politica del partito.

Il diritto alla felicità

Il liberismo costituisce la negazione della felicità, essendo una teoria economica basata sullo stress e sulla competizione forsennata. Poche persone, oggi, comprendono a fondo il valore costituzionale del diritto alla felicità, un diritto che alle nuove generazioni è stato a lungo negato da una mancanza di prospettive che si è trasformata in povertà materiale, prima, e in rabbia, delusione e disperazione, poi. Non può esserci, infatti, alcun progresso senza felicità. Reddito di cittadinanza migliorato e potenziato, salario minimo, stop agli stage gratuiti, orario di lavoro ridotto a parità di stipendio, una riforma dello Statuto dei lavoratori per attualizzarlo ed estenderlo a chi oggi ne è escluso. Cara Elly, hai fatto parte del comitato elettorale che ha portato allelezione di Barack Obama. Lì hai imparato cosa significa costruire una sinistra inclusiva e lontana da schemi ormai consunti e inattuabili. Nutriamo questa speranza anche qui in Italia.

La scuola come ascensore sociale

Se c’è un aspetto che chiarisce meglio di ogni altro quali debbano essere le alleanze per il futuro del PD e della sinistra, quello è la scuola. Su di essa, difatti, il renzismo ha celebrato il proprio definitivo distacco dalla sinistra e dal Paese, dando vita a una riforma che passerà alla storia per la sua palese inapplicabilità, essendo la cartina al tornasole di una concezione del potere verticistica e profondamente sbagliata. La Buona scuola è riuscita nellimpresa di farsi avversare anche nei pochi elementi su cui si sarebbe potuto dialogare. Nellultimo ventennio il Conte 2, al contrario, è stato il governo che sulla scuola ha investito più risorse, che ha investito sulla didattica alternativa e che ha provato a trasformare persino una tragedia come il Covid in unopportunità di ammodernamento che non tutti hanno compreso e troppi hanno contrastato in modo strumentale.

Oggi, nei giorni in cui un ministro della Repubblica attacca frontalmente una preside per aver richiamato i valori dellanti-fascismo (in una lettera rivolta ai suoi studenti), la scuola deve fungere da ascensore sociale, dando vita a unalleanza strettissima fra coloro che vi lavorano: studenti, insegnanti, presidi, DSGA e personale ATA; senza dimenticarsi i genitori, altra colonna portante di unistituzione che non può fare a meno di alcun elemento.

Basta questo per scegliere da che parte stare, cara Elly. Basta guardarsi dentro, porre lorecchio a terra e rendersi conto di cosa chiedono davvero i milioni di elettori progressisti che ancora non sono tornati a votare, nemmeno domenica scorsa, per rendersi conto di quale sia il percorso da intraprendere.

Con meno di questo, se dovessero prevalere ancora le logiche che il popolo della sinistra non sopporta più, e che ha imparato a conoscere e riconoscere ogni anno di più, anche la tua avventura, cara Elly, risulterebbe fallimentare. Per te stessa, per le donne, per gli uomini, per unintera generazione che, con te e per te, si è messa in gioco. Ora o mai più.

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