Icona app
Leggi TPI direttamente dalla nostra app: facile, veloce e senza pubblicità
Installa
Banner abbonamento
Cerca
Ultimo aggiornamento ore 10:26
Immagine autore
Gambino
Immagine autore
Telese
Immagine autore
Mentana
Immagine autore
Revelli
Immagine autore
Stille
Immagine autore
Urbinati
Immagine autore
Dimassi
Immagine autore
Cavalli
Immagine autore
Antonellis
Immagine autore
Serafini
Immagine autore
Bocca
Immagine autore
Sabelli Fioretti
Immagine autore
Guida Bardi
Home » Opinioni

Conte, Letta, le politiche e “il caso Casu”

Immagine di copertina

E in questo voto c’è anche il “caso Casu”. Nel senso di Andrea Casu, segretario del Partito Democratico di Roma e da oggi neodeputato del collegio di Primavalle. Casu era – insieme al suo leader nazionale Enrico Letta – l’unico candidato alle elezioni politiche di questa tornata elettorale amministrativa. E – in un collegio periferico di destra nella Capitale- ha preso il 43% dei voti, un risultato sorprendente.

Ma perché questo risultato ha un interesse nazionale? La storia dei due collegi in cui si votava per rinnovare due deputati (Siena e Primavalle) è molto interessante per almeno due motivi: è la prima volta che, sia pure in condizioni diverse, la cosiddetta “coalizione vasta” scende in campo.

A Siena (dove il Comune era da poco passato al centrodestra) Letta ha compiuto una vera e propria opera di “riconquista” di un territorio storicamente rosso. E lo ha fatto – volutamente – rinunciando al simbolo del Pd e girando (almeno una volta) tutti i comuni del collegio.

Mentre Casu (che solo per motivi di tempo legati alla raccolta delle firme) era stato costretto a correre con il simbolo del Pd, ha aggiunto la dizione “centrosinistra” nel suo contrassegno, e ha ottenuto il risultato più importante. Proprio nel suo seggio, reso vacante dalla nomina di una eurodeputata del M5S designata in un incarico europeo, il movimento di Giuseppe Conte ha rinunciato a candidargli contro una sfidante con le insegne delle Cinque Stelle.

Questo gesto di desistenza, di fatto ha portato alla prima candidatura politica condivisa nella storia (fino ad oggi) molto tormentata della coalizione giallorossa. E la vittoria di Letta e di Casu (che partendo svantaggiato ha battuto il collegio palmo a palmo conquistandosi la vittoria contro ben due candidati eccellenti) aprirà la strada, proprio nella Capitale all’ultimo anello di questo accordo “a rate”: la candidatura comune di Giuseppe Conte, se – come è probabile – Roberto Gualtieri diventerà primo cittadino. L’ex premier in questo caso correrebbe a Roma uno, con il Pd che rende il favore. Prove generali in vista delle politiche. E – ovviamente – nulla accade per Casu.

Ti potrebbe interessare
Opinioni / Bruno Bottai: l'eloquenza del silenzio (di S. Gambino)
Opinioni / La vittoria di Bucci e l’importanza del peso demografico alle regionali
Opinioni / La gogna mediatica contro Spano ci ricorda l’intolleranza contro “il diverso” (di M. Cirinnà)
Ti potrebbe interessare
Opinioni / Bruno Bottai: l'eloquenza del silenzio (di S. Gambino)
Opinioni / La vittoria di Bucci e l’importanza del peso demografico alle regionali
Opinioni / La gogna mediatica contro Spano ci ricorda l’intolleranza contro “il diverso” (di M. Cirinnà)
Opinioni / Survival International: “Alla Cop16 in Colombia non possiamo permettere che il fallimento delle compensazioni di CO2 si ripeta anche con la biodiversità”
Opinioni / Dall’Ucraina al Libano l’Ue è condannata all’irrilevanza (di Ignazio Marino)
Opinioni / La felicità è una cosa seria (di G. Gambino)
Opinioni / Il fallimento dell’Unifil, ennesimo segno di un ordine mondiale in crisi
Opinioni / I sogni infranti della generazione infelice
Opinioni / Israele e l’ipocrisia dell’Europa sui crimini di Netanyahu
Opinioni / L’ennesimo rinvio al prolungamento della metro C e la sfiducia dei romani per le grandi opere