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La Lifeline chiede alla Francia di poter sbarcare nei suoi porti, ma Parigi dice che tocca all’Italia

Immagine di copertina

La nave della ong, bloccata in mare con 230 migranti a bordo, lancia un appello al governo di Parigi, dopo aver già scritto alla Spagna

La nave della ong Lifeline ha dichiarato ai media francesi che chiederà alla Francia di accogliere la sua nave omonima carica di migranti, bloccata in mare da diversi giorni dopo essere stata rifiutata da Italia e Malta.

Ma da Parigi spiegano che tocca all’Italia farsi carico dell’imbarcazione. Non si deve “sostituire il diritto internazionale con la legge della giungla”,  ha dichiarato la ministra francese degli Affari europei, Nathalie Loiseau.

La richiesta della Lifeline potrebbe dunque essere respinta.

A chiedere accoglienza alla Francia era stato, lunedì 25 giugno 2018, il fondatore della ong, Axel Steier.

“Oggi chiederemo alla Francia di darci il benvenuto, se non avremo una risposta, lasceremo Malta per andare al Nord, in Spagna o in Francia”, ha detto Steier intervistato dalla radio francese Rtl.

Secondo il rappresentante della Lifeline, a bordo della nave carica di migranti c’è una situazione di “emergenza medica” e “psicologicamente difficile”.

“Le persone hanno paura di essere represse”, ha detto Steiner. “Suoniamo musica, facciamo tutto il possibile per cercare di calmare le cose, ma non è facile”.

A bordo dell’imbarcazione ci sono 230 migranti.

La ministra francese Loiseau ha auspicato “una massiccia presenza dell’Europa nei porti italiani per identificare i passeggeri” e ha sottolineato come in questo momento non vi sia una crisi migratoria né un picco nell’arrivo di migranti.

Secondo Loiseau, c’è una “crisi politica perché ci sono populisti che usano questo pretesto per mettere in difficoltà l’Unione europea e che detestano il progetto europeo”.

L’ong tedesca Lifeline nei giorni scorsi ha scritto anche al governo spagnolo per chiedere aiuto.

Steiner ha spiegato che una e-mail è stata inviata al ministero degli Esteri spagnolo, all’Unità di crisi e a uno degli assistenti dell’eurodeputato socialista Juan Fernando Lo’pez Aguilar. Lifeline non ha ancora avuto risposta.

Nel messaggio, secondo quanto rivelato da Steiner, si ringrazia la Spagna come “unico stato europeo” che si è assunto la responsabilità in questa crisi umanitaria, ma si fa presente che l’imbarcazione non potrebbe raggiungere, come ha fatto l’Aquarius, le coste spagnole, perché troppo piccola.

L’ong chiede dunque al governo spagnolo di concedere visti umanitari ai 234 naufraghi a bordo, “a causa dell’urgenza della situazione” e dello “stato di necessità” di queste persone.

Il governo di Madrid, insiste la missiva, potrebbe negoziare bilateralmente con Malta lo sbarco delle persone Lifeline per il successivo trasporto in Spagna in aereo”.

La situazione della nave della Lifeline sta diventando preoccupante percheé accoglie a bordo un numero di persone tre volte superiore alla capienza e comincia a scarseggiare il cibo, ha spiegato Steier.

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