Icona app
Leggi TPI direttamente dalla nostra app: facile, veloce e senza pubblicità
Installa
Banner abbonamento
Cerca
Ultimo aggiornamento ore 09:59
Pirelli Summer Promo
Immagine autore
Gambino
Immagine autore
Telese
Immagine autore
Mentana
Immagine autore
Revelli
Immagine autore
Stille
Immagine autore
Urbinati
Immagine autore
Dimassi
Immagine autore
Cavalli
Immagine autore
Antonellis
Immagine autore
Serafini
Immagine autore
Bocca
Immagine autore
Sabelli Fioretti
Immagine autore
Guida Bardi
Home » Esteri

Un giorno senza di noi: la giornata per celebrare l’immigrazione nel Regno Unito

Immagine di copertina

Laura Stahnke ha intervistato per TPI Matt Carr, scrittore e giornalista all'origine del movimento 1 Day Without Us, che ha l'obiettivo di celebrare l'immigrazione

Che ne sarà dei milioni di europei che vivono nel Regno Unito, e dei milioni di britannici che vivono nei 27 paesi europei, dopo la Brexit?

S&D

In seguito al referendum che il 23 giugno 2016 ha visto una risicata maggioranza dei cittadini britannici votare per l’uscita dall’Unione Europea, il governo britannico ha iniziato a dibattere come regolare la questione della mobilità tra Regno Unito e Europa.  

Questo dibattito politico ha spesso usato toni di ostilità nei confronti dei migranti all’interno del paese; allo stesso tempo, la retorica politica è stata accompagnata da una crescita esponenziale di crimini d’odio diretti contro migranti e cittadini britannici diversi dal gruppo dominante: per dirla senza giri di parole, i crimini d’odio sono stati diretti contro chi non è indiscutibilmente bianco e britannico. 

Parallelamente alla crescita di questo clima di ostilità e rifiuto del diverso, si sono sviluppati diversi movimenti che invece si ripropongono di contrastare lo status quo e la retorica che dipinge i migranti come una massa senza volto e indesiderata.

Uno dei movimenti che si è maggiormente affermato è 1 Day Without Us, “Un giorno senza di noi”, che culminerà lunedì 20 febbraio 2017.

Matt Carr, lo scrittore e giornalista inglese all’origine del movimento, ha raccontato a TPI che in un primo momento quest’iniziativa cercava di ricalcare lo sciopero che il primo maggio 2006 ha coinvolto milioni di migranti negli Stati Uniti paralizzando il paese.

A causa alle leggi britanniche molto rigide per questioni sindacali, non è stato possibile portare avanti l’idea dello sciopero: questa iniziativa è quindi diventata un giorno d’azione in cui centinaia di gruppi in tutto il paese celebreranno l’immigrazione e cercheranno di contrastare la retorica che descrive i migranti in termini negativi nel Regno Unito. 

Secondo Matt Carr, 1 Day Without Us “è un’affermazione di protesta politica, che cerca di trasformare la negatività che è cresciuta nei mesi scorsi intorno al dibattito sull’immigrazione in qualcosa di positivo”. Carr aggiunge che quest’iniziativa “sta aggiungendo nuove voci al dibattito politico, cambiando radicalmente la prospettiva mantenuta sull’immigrazione e celebrando i migranti come parte attiva e positiva della società britannica”. 

Anche se 1 Day Without Us ha avuto origine in seguito alla Brexit, questo movimento non si fa bandiera dei cittadini europei residenti nel Regno Unito, ma celebra la migrazione nel suo complesso, a prescindere dal paese e zona di provenienza dei singoli individui. 

A tre giorni dal 20 febbraio, il sito Internet dell’organizzazione ha raccolto più di 120 attività che verrano realizzate nel giorno culmine di 1 Day Without Us, portate avanti da gruppi di singoli cittadini che vogliono far parte di questo movimento a livello nazionale.

Nella lista di eventi ci sono sia azioni a livello comunitario, come un flash mob di salsa nella zona in cui risiede la comunità latina di Londra, che attività all’interno delle gallerie d’arte più prestigiose del paese, come la Tate Modern e Tate Britain: qui verranno organizzati tour all’interno dei musei soffermandosi specificatamente sulle opere che non sarebbero presenti se i migranti, e le creazioni, fossero stati allontanati dal paese.

Inoltre una delle attività di punta della giornata è una mass lobby che verrà effettuata in parlamento, in cui diversi gruppi di persone si rivolgeranno ai politici per dare voce alle proprie preoccupazioni in fatto di migrazione.

La speranza di Matt Carr è che “i nostri politici possano effettuare un atto di coraggio, riconoscere la positività che i migranti apportano al Regno Unito e tutelare i loro diritti”. 

Ti potrebbe interessare
Esteri / Allarme di Macron: “L’Europa è accerchiata, può morire”
Esteri / Hezbollah lancia razzi contro Israele: ucciso un civile. Tel Aviv ospiterà una delegazione dall'Egitto per discutere di una tregua a Gaza. Media: "Blinken atteso nello Stato ebraico il 30 aprile". Hamas: "Pronti al disarmo per uno Stato di Palestina"
Esteri / Violenza e diritti umani in Colombia: da Montecitorio il sostegno alla Comunità di Pace di San José de Apartadó
Ti potrebbe interessare
Esteri / Allarme di Macron: “L’Europa è accerchiata, può morire”
Esteri / Hezbollah lancia razzi contro Israele: ucciso un civile. Tel Aviv ospiterà una delegazione dall'Egitto per discutere di una tregua a Gaza. Media: "Blinken atteso nello Stato ebraico il 30 aprile". Hamas: "Pronti al disarmo per uno Stato di Palestina"
Esteri / Violenza e diritti umani in Colombia: da Montecitorio il sostegno alla Comunità di Pace di San José de Apartadó
Esteri / Regno Unito, due cavalli corrono liberi nel centro di Londra: almeno una persona ferita
Esteri / Esclusivo – Viaggio nell’Europa rurale, dove l’estrema destra avanza sfruttando il senso di abbandono
Esteri / Gaza: oltre 34.260 morti dal 7 ottobre. Media: "Il direttore dello Shin Bet e il capo di Stato maggiore dell'Idf in Egitto per discutere dell'offensiva a Rafah". Hamas diffonde il video di un ostaggio. Continuano gli scambi di colpi tra Tel Aviv e Hezbollah al confine con il Libano. L'Ue chiede indagine indipendente sulle fosse comuni a Khan Younis. Biden firma la legge per fornire aiuti a Ucraina, Israele e Taiwan
Esteri / Shahed 136: ecco come funzionano i droni usati dall’Iran per attaccare Israele
Esteri / Ma non dimentichiamoci di Gaza: l’offensiva a Rafah potrebbe cambiare tutto
Esteri / Di qua Gaza, di là l’Iran: può Israele far fronte a due conflitti?
Esteri / Il risveglio degli ayatollah: ecco perché ora l’Iran attacca frontalmente Israele