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Migranti, tre bambini e tre donne “morti di sete e fame” su un barcone arrivato in Sicilia

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Migranti, tre bambini e tre donne “morti di sete e fame” su un barcone arrivato in Sicilia

Sei migranti sono morti “di fame, sete e gravi ustioni” mentre tentavano di raggiungere le coste italiane. Lo ha dichiarato l’Alto commissariato delle Nazioni Unite per i rifugiati (Unhcr), dopo lo sbarco a Pozzallo di 26 sopravvissuti alla traversata, di nazionalità siriana e afghana. Molti di essi, secondo l’agenzia delle Nazioni Unite per i rifugiati, “presentano condizioni estremamente gravi, tra cui ustioni”. La barca, partita dalla Turchia, a bordo non aveva alcun riparo.

S&D

Tra le sei vittime a bordo, due bambini di uno e due anni, un 12enne e tre donne, tra cui la madre di altri due bambini sopravvissuti, rimasti ora soli. L’imbarcazione è stata soccorsa dal mercantile Arizona, sulla rotta tra Turchia, Malta e Italia. I migranti, 11 uomini, 8 donne e 7 bambini, sono stati poi trasferiti sulla motovedetta Cp 325 della Guardia costiera, a 67 miglia a sud est di Portopalo.

“Erano partiti il 30 agosto in 32 dalla Turchia, afghani e siriani. Poi sono rimasti senza carburante e per giorni sono andati alla deriva trascinati fin verso la Libia orientale”, ha detto Flavio Di Giacomo, portavoce dellOrganizzazione internazionale per le migrazioni (Oim).

“Rafforzare i soccorsi in mare è l’unico modo per prevenire queste tragedie”, ha affermato Chiara Cardoletti, rappresentante per l’Unhcr. Secondo Cardoletti, i sei rifugiati “sono morti di sete, fame e gravi ustioni. Questo è inaccettabile”.

Nelle ultime ore è scattato l’allarme anche per un altro barcone con a bordo 250 persone, alla deriva nella zona di competenza maltese. Su questa imbarcazione, partita dal Libano una settimana fa, sarebbe morta una neonata di tre mesi, secondo quanto dichiarato dall’organizzazione Alarm Phone, in contatto con il padre della bambina.

Una tragedia arrivata a meno di una settimana dalla morte di Loujin, una bambina siriana morta anche lei di sete su un barcone da dieci giorni alla deriva nel Mediterraneo, senza alcuna risposta alle richieste di aiuto.

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