Le foto che documentano lo sfruttamento del lavoro minorile negli Stati Uniti
Lo sfruttamento del lavoro minorile è stato, ed è ancora in molti posti, un problema sociale molto grave che ha distrutto l'infanzia di numerosissimi bambini
Lo sfruttamento del lavoro minorile è una piaga che affligge principalmente i paesi in via di sviluppo dell’Asia, Europa dell’Est, Africa e America del Sud.
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Ma ovviamente non sono esclusi dal fenomeno i paesi ricchi e sviluppati degli Stati Uniti e dell’Europa, in cui il lavoro illegale ha scandito l’infanzia di moltissimi bambini fino alla prima metà del Novecento.
Solamente nel 1938, infatti, negli Stati Uniti venne istituita la legge “Fair Labor Standards Act”, che comunque vietava solo alcune tipologie di lavoro minorile.
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Nel 2017, secondo un rapporto dell’Unicef, nel mondo sono ancora 150 milioni i bambini coinvolti nel lavoro minorile.
Il fotografo del ‘900
Lewis Wickes Hine è un fotografo e sociologo statunitense, il cui lavoro per il National Child Labour Committee (NCLC) è stato fondamentale per determinare un cambiamento nelle leggi che regolavano il lavoro minorile negli Stati Uniti.
“Ci sono lavori in cui i bambini guadagnano, e lavori che portano profitto solo ai datori di lavoro. L’obiettivo di impiegare i bambini non è quello di addestrarli, ma di ottenere alti profitti dal loro lavoro”, è una delle citazioni di Hine.
Oltre a essere un fotografo tecnicamente eccellente, Hine ha fatto un ottimo resoconto della vita reale della classe operaia statunitense nella prima metà del Novecento.
L’immoralità del lavoro minorile era all’epoca nascosta al grande pubblico. Di conseguenza, il fatto di esporsi in questo modo sul tema presentava una minaccia per le industrie.
I capireparto, infatti, spesso lo intimidirono, minacciandolo anche di morte, dal momento che il fotografo si travestiva per intrufolarsi all’interno delle fabbriche e documentare il lavoro illegale.
Il progetto contemporaneo
Tom Marshall, un fotografo inglese, ha deciso di integrare tra i suoi progetti la colorazione delle foto in bianco e nero di Hine.
“Il mio obiettivo è sempre quello di provare a connettermi con i soggetti fotografici su un altro livello, qualcosa che non è sempre possibile con una foto in bianco e nero”, ha raccontato Marshall a BoredPanda.
“Gli occhi dei bambini sono spesso la prima cosa che notiamo e le foto di Hine sono così nitide e messe a fuoco che ritengo che l’aggiunta di colori aiuti davvero a dar loro vita”.
Con il suo progetto di colorazione delle vecchie foto, Marshall spera che le persone si fermino un po’ più di tempo per osservare i dettagli e conoscere meglio la storia dei bambini ritratti.