Cosa rimane di Palmyra dopo un anno in mano all’Isis
Il 27 marzo le forze governative siriane fedeli al presidente Assad hanno riconquistato Palmyra, mettendo in fuga i combattenti dell'Isis. Ecco cosa hanno trovato
In seguito alla riconquista da parte dell’esercito siriano di Palmyra, in Siria, che ha messo in fuga i combattenti dell’Isis, sono stati identificati 45 corpi in una fossa comune, appartenenti a civili e forze armate catturati dai miliziani del gruppo estremista. Fra questi vi sono anche donne e bambini. Alcuni dei corpi sono stati rinvenuti senza testa.
È quanto ha riferito una fonte delle forze armate fedeli al presidente siriano Assad all’agenzia di stampa Reuters sabato 2 aprile 2016. L’esercito siriano, con il supporto delle forze aeree russe, ha messo in fuga i militanti del sedicente Stato islamico domenica 27 marzo.
L’Isis aveva distrutto molte delle opere e dei templi antichi di Palmyra, patrimonio dell’umanità Unesco, disseminando mine intorno al territorio della città.
A maggio del 2015, quasi un anno fa, i combattenti dell’Isis avevano preso il controllo di Palmyra e, secondo quanto riportato dai media di stato siriani, avrebbero ucciso almeno 400 persone solo nei primi quattro giorni dalla conquista della città.
La riconquista di Palmyra è strategicamente fondamentale per l’esercito di Assad, poiché rappresenta un punto di collegamento tra est e ovest della Siria, e aprirebbe la strada alla provincia di Deir al-Zor, in mano ai jihadisti dell’Isis. Fonti governative dicono che è già iniziata la bonifica dell’area da mine e bombe lasciate dai miliziani.