Netanyahu sempre più solo. Ventotto Paesi (tra cui l’Italia) firmano una dichiarazione congiunta in cui condannano gli attacchi israeliani a Gaza: “La guerra deve finire ora”
La dura presa di posizione di 28 Paesi occidentali: Usa e Germania non firmano l'appello
Il premier israeliano Benjamin Netanyahu è sempre più solo e accerchiato: con una dichiarazione congiunta senza precedenti, infatti, 28 Paesi occidentali, tra cui anche l’Italia, hanno condannato quanto sta avvenendo nella Striscia di Gaza. I ministri degli Esteri hanno firmato una dichiarazione congiunta in cui chiedono un cessate il fuoco immediato a Gaza denunciando la responsabilità del governo israeliano nella crisi umanitaria in corso nella Striscia. Nel testo, i Paesi condannano “la distribuzione di aiuti con il contagocce e l’uccisione disumana di civili, compresi bambini, che cercano di soddisfare i loro bisogni più basici, quali acqua e cibo”. Il rifiuto israeliano, si legge ancora, di “fornire assistenza umanitaria essenziale alla popolazione civile è inaccettabile” così come lo “sfollamento forzato permanente” o l’idea di una “città umanitaria” nella quale, così come spiegato da Tel Aviv, i palestinesi potrebbero entrare ma non uscire se non morti o esuli.
“Israele deve spiegare quale giustificazione militare vi possa essere dietro gli attacchi in cui sono stati uccisi bambini disperati e affamati” ha dichiarato il ministro degli Esteri britannico, David Lammy, che, insieme a Irlanda e Spagna, ha assunto una delle posizioni più dure contro il governo israeliano. “Ogni giorno troppi morti, questo è inaccettabile” ha sintetizzato Antonio Tajani, ministro degli Esteri italiano, incontrando la stampa per illustrare il contenuto della dichiarazione congiunta.
La dichiarazione non è stata firmata, tra gli altri, dagli Stati Uniti e dalla Germania con il cancelliere tedesco Friedrich Merz che, tuttavia, ha sottolineato che “ciò che sta facendo Israele non è accettabile”. Il governo israeliano, dal canto suo, ha definito il documento “scollegato dalla realtà” sostenendo che le accuse andrebbero rivolte ad Hamas e non allo Stato ebraico: “Hamas è l’unica responsabile della continuazione della guerra e delle sofferenze di entrambe le parti”.
Tra i firmatari figurano i ministri degli Esteri di: Australia, Austria, Belgio, Canada, Danimarca, Estonia, Finlandia, Francia, Islanda, Irlanda, Italia, Giappone, Lettonia, Lituania, Lussemburgo, Paesi Bassi, Nuova Zelanda, Norvegia, Polonia, Portogallo, Slovenia, Spagna, Svezia, Svizzera e Regno Unito, oltre al Commissario europeo per l’Uguaglianza, la Preparazione e la Gestione delle Crisi.