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Home » Esteri

Vaticano, è morto il cardinale Pell: fu coinvolto in accuse poi cadute di pedofilia

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E’ morto a Roma all’età di 81 anni il cardinale George Pell, arcivescovo emerito di Melbourne (1996-2001) e Sidney (2001-2014), “ministro delle Finanze” del Vaticano che trascorse 400 giorni in carcere con l’accusa, poi caduta, di abusi sessuali su minori. Il porporato, ha riferito Ewtn, non ha superato le complicazioni causate da un intervento chirurgico all’anca. Nei giorni scorsi aveva partecipato in Vaticano ai funerali del papa emerito Benedetto XVI ed era tra le voci più chiare del fronte conservatore nella Chiesa cattolica.

S&D

Nominato da Giovanni Paolo II vescovo di Melbourne (1996-2001) e di Sydney (2001-2014), creato cardinale (2003) da Benedetto XVI, che accolse nella Giornata mondiale della gioventù di Sidney del 2008, Pell è stato chiamato da Francesco a Roma, che lo inserì nel consiglio dei cardinali che lo hanno coadiuvato nella riforma della Curia romana e, dal 24 febbraio 2014, lo ha posto alla guida della Segreteria per l’Economia.

Il 29 giugno 2017, però, la polizia australiana confermò l’imminente stato d’accusa per il cardinale Pell per “gravi reati sessuali” su minori, fra i quali quello di uno stupro, che sarebbero stati commessi negli anni settanta, quando Pell era parroco nella sua città natale, Ballarat. La Santa Sede contemporaneamente confermò la notizia del rinvio a giudizio del cardinale Pell e la sua partenza per l’Australia “per affrontare le accuse che gli sono state mosse”.

L’11 dicembre 2018 Pell fu giudicato colpevole di abusi sessuali su due chierichetti di 13 anni dalla giuria della County Court dello Stato di Victoria e il 13 marzo 2019 condannato a una pena detentiva di 6 anni. Il cardinale, che si è sempre dichiarato innocente, ha quindi annunciato il ricorso in appello, che è stato respinto e la condanna confermata. E per il cardinale si sono aperte le porte del carcere, dove è rimasto oltre 400 giorni.

Nel mese di novembre di quell’anno, alla luce dei numerosi vizi formali nelle procedure processuali segnalati dal giudice Mark Weinberg, la Corte Suprema dell’Australia ha ammesso la richiesta di appello presentata da Pell. Il 7 aprile 2020 il cardinale è stato prosciolto all’unanimità dalla stessa Corte.

Quindi il ritorno a Roma, dove abitava senza un incarico. Con Papa Francesco ha avuto un rapporto complesso. Tra i grandi elettori del Pontefice argentino nel Conclave del 2013, e membro dei suoi consiglieri più ristretti, non ha però esitato a criticare frontalmente Francesco sulle sue aperture dottrinali. Sull’economia, Pell, una sensibilità capitalista, non seguiva il Papa, e sollevò alcune riserve sull’enciclica Laudato si’. Fu tra i 13 firmatari di una lettera che criticava, ad esempio, l’ipotesi, poi effettivamente approvata, di concedere in alcuni casi la comunione ai divorziati risposati, durante il combattuto doppio sinodo sulla famiglia del 2014-2015. Visse il ritorno in Australia, avallato dal Papa, come un esilio.

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