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Trump nomina Elon Musk capo del dipartimento per l’Efficienza Governativa, in barba al conflitto d’interessi

Immagine di copertina
Credit: AGF

L'uomo più ricco del mondo e patron, tra gli altri, di colossi come Tesla, Starlink e SpaceX entrerà a far parte della seconda amministrazione del magnate repubblicano pur essendo tra i maggiori appaltatori di Washington, dal Pentagono alla Nasa

Il presidente eletto degli Stati Uniti, Donald Trump, nominerà l’uomo più ricco del mondo e patron, tra gli altri, di colossi come Tesla, Starlink e SpaceX, a capo del nuovo dipartimento per l’Efficienza Governativa (in inglese: Department of Government Efficiency, DOGE) della sua prossima amministrazione, che entrerà in carica il 20 gennaio 2025.

“Il Grande”, come l’ha definito il magnate repubblicano sul suo social Truth, Elon Musk non sarà però da solo in questa avventura ma sarà affiancato dal “patriota americano”, ex rapper e imprenditore del settore farmaceutico e delle biotecnologie, Vivek Ramaswamy, che a gennaio si era ritirato dalle primarie repubblicane dopo la sconfitta in Iowa, appoggiando Trump, e che a marzo era intervenuto all’evento “Winds of change” organizzato a Roma dal gruppo parlamentare europeo Identità e Democrazia insieme alla Lega del vicepremier Matteo Salvini.

“Insieme, questi due meravigliosi americani spianeranno la strada alla mia Amministrazione per smantellare la burocrazia governativa, tagliare le normative eccessive, tagliare le spese inutili e ristrutturare le agenzie federali, obiettivi essenziali per il movimento ‘Save America’”, ha spiegato Trump su Truth, che ha evocato la bomba atomica per delineare il suo piano di riduzione della spesa pubblica. I due infatti avranno il compito di tagliare duemila miliardi di dollari di sprechi.

Cos’è e cosa farà il Department of Government Efficiency (DOGE) di Elon Musk
“Potenzialmente diventerà il ‘Progetto Manhattan’ dei nostri tempi”, ha sottolineato il miliardario. “Non vedo l’ora che Elon e Vivek apportino cambiamenti alla burocrazia federale con un occhio all’efficienza e, allo stesso tempo, rendano la vita migliore a tutti gli americani. Soprattutto, elimineremo gli enormi sprechi e le frodi che prosperano nei nostri 6.500 miliardi di dollari di spesa pubblica annua. Lavoreranno insieme per liberare la nostra economia e rendere il governo degli Stati Uniti responsabile nei confronti del popolo”.

Ma non si tratterà di un dipartimento come gli altri ma di un gruppo esterno all’amministrazione. “I politici repubblicani hanno sognato gli obiettivi del ‘DOGE’ per molto tempo”, ha spiegato il neopresidente. “Per guidare questo tipo di cambiamento drastico, il Department of Government Efficiency fornirà consigli e indicazioni dall’esterno del governo e collaborerà con la Casa bianca e l’Office of Management & Budget per guidare una riforma strutturale su larga scala e creare un approccio imprenditoriale mai visto prima all’amministrazione”.

Il mandato di Musk e Ramaswamy però non è tempo indeterminato. “Il loro lavoro si concluderà entro e non oltre il 4 luglio 2026: un governo più piccolo, con più efficienza e meno burocrazia, sarà il regalo perfetto per l’America nel 250esimo anniversario della Dichiarazione di Indipendenza”, ha rimarcato Trump. “Sono sicuro che ci riusciranno!”.

“Questo invierà onde d’urto attraverso il sistema e chiunque sia coinvolto nello spreco governativo, che è un sacco di gente!” ha commentato, da parte sua, Musk, la cui nomina era ormai attesa. “È nata una stella, Elon”, aveva infatti detto Donald Trump nel suo primo discorso da presidente eletto degli Stati Uniti, in cui ha proclamato la sua vittoria su Kamala Harris.

Il conflitto di interessi di Elon Musk
A metà ottobre infatti l’uomo più ricco del mondo aveva speso almeno 118 milioni di dollari per appoggiare il ritorno dell’ex presidente repubblicano alla Casa bianca e indetto persino una sorta di lotteria con in palio un milione di dollari al giorno per gli elettori del magnate newyorkese.

Una scommessa non così costosa, visto il risultato: grazie al rialzo delle borse e all’inaspettata vittoria di Trump sia negli Stati chiave che nel voto popolare, dopo le elezioni il patrimonio netto di Elon Musk è cresciuto in un solo giorno di oltre 20 miliardi di dollari, arrivando a 285,6 miliardi.

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D’altra parte gli interessi in ballo sono tantissimi, tanto quanto i conflitti d’interessi. Le aziende di Musk infatti, in particolare SpaceX e Starlink, figurano tra i principali appaltatori di Washington, dai satelliti spia per il Pentagono ai voli spaziali per la Nasa, e un incarico volto alla deregolamentazione dei settori in cui opera favorirebbe l’uomo più ricco del mondo. Non è forse un caso che il nuovo dipartimento affidatogli da Trump si chiami “DOGE”, proprio come la cripotovaluta Dogecoin promossa da Musk per l’acquisto di auto Tesla. “Il futuro sarà fantastico”, aveva scritto dopo la vittoria di Trump su X. Ma anche il presente non sembra male.

Intanto, in attesa di entrare nella seconda amministrazione Trump, l’imprenditore di origini sudafricane si è anche costruito un profilo internazionale: dal rapporto coltivato con Giorgia Meloni e Benjamin Netanyahu, ai contatti mantenuti con Vladimir Putin, agli insulti al cancelliere tedesco Olaf Scholz, definito “uno stupido” all’ultimo attacco ai giudici italiani, colpevoli di applicare le norme europee bloccando così il trasferimento dei migranti e dei richiedenti asilo in Albania.

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