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Usa, la Camera approva una legge contro la persecuzione della minoranza musulmana degli uiguri in Cina

Immagine di copertina
Credit: NG HAN GUAN

Usa, la Camera approva una legge contro la persecuzione degli uiguri in Cina

La Camera dei rappresentanti degli Stati Uniti ha votato a favore di un disegno di legge per contrastare la detenzione arbitraria, la tortura e le molestie nei confronti della minoranza musulmana degli uiguri in Cina. I deputati hanno chiesto “sanzioni mirate” per i funzionari del governo cinese, tra cui il segretario del Partito comunista nella regione autonoma dello Xinjiang, Chen Quanguo. Il disegno di legge necessita ancora dell’approvazione del Senato e del Presidente degli Stati Uniti Trump. Il ministero degli Esteri cinese ha reagito con rabbia, definendo la mossa “malvagia e dannosa”, e ha esortato gli Stati Uniti a smettere di “interferire negli affari interni della Cina”.

S&D

Il disegno di legge Uighur Human Rights Policy Act 2019 è stato approvato con 407 voti a favore e 1 contrario alla Camera dei rappresentanti nella notte tra il 3 e il 4 dicembre. A votare contro è stato il deputato repubblicano Thomas Massie, del Kentucky.

Il voto arriva pochi giorni dopo che Trump ha firmato un’altra legge che appoggia i manifestanti di Hong Kong, che ha scatenato la dura condanna da parte della Cina. Se diventasse legge, il ddl “segnerebbe il più significativo tentativo internazionale di fare pressione sulla Cina per la sua detenzione di massa degli uiguri e delle altre minoranze musulmane”, scrive la Bbc.

Cosa prevede la legge

Il disegno di legge nasce con l’obiettivo di “affrontare le gravi violazioni dei diritti umani universalmente riconosciute, incluso l’internamento di massa di oltre 1.000.000 di uiguri”.

La legge accusa inoltre la Cina di “discriminare sistematicamente” gli uiguri “negando loro una serie di diritti civili e politici, comprese le libertà di espressione, religione, movimento e un processo equo”.

Nel disegno di legge sono elencate alcune pratiche attuate contro i musulmani nello Xinjiang di cui gli Stati Uniti accusano Pechino. Tra queste vi sono la sorveglianza pervasiva e altamente tecnologica, compresa la raccolta di campioni di DNA di bambini, l’uso di codici QR fuori casa per raccogliere informazioni sulla frequenza con cui le persone pregano, e software di riconoscimento facciale e vocale e database di “sorveglianza predittiva”. Il disegno di legge invita Trump a “condannare gli abusi” contro gli uiguri, affinché la Cina chiuda immediatamente tutti i campi e “garantisca il rispetto dei diritti umani garantiti a livello internazionale”.

Chi sono gli uiguri e cosa sta succedendo nello Xinjiang?

Secondo numerose organizzazioni per la tutela dei diritti umani, centinaia di migliaia di musulmani sono detenuti in campi di prigionia ad alta sicurezza in tutta la regione cinese dello Xinjiang. Le autorità cinesi si giustificano sostenendo che gli uiguri vengono educati in “centri di formazione professionale” per combattere l’estremismo religioso violento. Ma numerose inchieste internazionali mostrano che molti sono detenuti per aver semplicemente manifestato la loro fede musulmana, ad esempio, pregando o indossando un velo in pubblico. Ong e organizzazioni internazionali defiscono quello in atto nello Xinjiang un “genocidio culturale”.

Da alcuni documenti trapelati e pubblicati solo pochi giorni fa dall’International Consortium of Investigative Journalists (ICIJ), e dalla Bbc, ribattezzati China Cables, emerge come il governo cinese abbia dato istruzioni precise su come gestire i campi: cioè come prigioni di massima sicurezza, con un rigida disciplina, punizioni e divieto di fuga, dove la vita dei detenuti viene monitorata continuamente. Si parla di “lavaggio del cervello sistematico” per centinaia di migliaia di musulmani detenuti in Cina, nelle regione dello Xinjiang. La Bbc sottolinea che circa un milione di persone, per lo più uiguri, si ritiene siano stati arrestati senza processo in Cina.

Alcuni mesi fa Amnesty International ha chiesto al governo cinese di porre fine alla sistematica campagna di repressione nella Regione autonoma uigura dello Xinjiang e di fare luce sulla sorte di fino a un milione di persone per lo più di religione musulmana detenute in modo arbitrario.

Secondo un report dell’organizzazione, nell’ultimo anno le autorità di Pechino hanno intensificato la campagna di internamenti di massa, sorveglianza abusiva, indottrinamento politico e assimilazione culturale forzata nei confronti degli uiguri, dei kazachi e di altri gruppi etnici a maggioranza musulmana dello Xinjiang.

L’internamento di massa dei gruppi etnici prevalentemente musulmani nello Xinjiang è aumentato a partire dal marzo 2017 con l’adozione del “Regolamento sulla deradicalizzazione”. Questa norma considera “estremismo” mostrare, anche in luoghi privati, affiliazioni culturali o religiose come portare barbe “abnormemente” lunghe, indossare il velo, pregare regolarmente, digiunare, evitare di assumere alcoolici o possedere libri o articoli sull’Islam o la cultura uigura.

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