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La storia dei cinque colpi di stato in Turchia

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Da quello del 1960, passando per quelli del 1971 e 1980 fino a quello anomalo del 1997, un riassunto di tutti i colpi di stato avvenuti in Turchia

Dal 1960 a ieri notte in Turchia si sono susseguiti 5 colpi di stato in totale, tutti con uno stesso filo rosso: ristabilire la stabilità e la laicità dello stato da parte dei militari. Ecco in breve la loro storia: 

27 maggio 1960 – il generale Cemal Gürsel mise in atto un colpo di stato rimuovendo il terzo presidente turco, Celal Bayar, e il primo ministro Menderes, che fu poi impiccato dai militari. Un gruppo di ufficiali che formava il Comitato di Unità Nazionale avviò in seguito la riforma del diritto costituzionale ed elettorale sulla base dei principi di Atatürk. Venne redatta una nuova Costituzione. Nel 1961 si ritornò a un governo civile. 

12 marzo 1971 – i capi delle forze armate, guidati dal generale Faruk Gürler, chiesero formalmente con un memorandum al presidente Cevdet Sunay un “governo forte e credibile”, avvertendo che se non fosse cambiato nulla, l’esercito sarebbe stato costretto a riprendere in mano la situazione. Il primo ministro Suleyman Demirel si dimise il giorno stesso. Questo golpe passo alla storia come il “colpo di stato del memorandum”. Il presidente Sunay chiese allora a Nihat Erim, un professore universitario di formare un governo di “unità nazionale, al di sopra delle parti”, e che rimase al potere fino alle elezioni del 1973. In quel caso non ci fu alcuna azione di forza.

12 settembre 1980 – il terzo colpo di stato della storia della repubblica turca fu condotto dal generale Kenan Evren in un periodo di fortissima instabilità politica. Kenan Evren come primo atto abolì tutti i partiti e ne rimase solo uno: Ozal, il partito della Madrepatria, che attuò una serie di profonde riforme economiche e di sviluppo. Venne scritta una nuova costituzione per dare più potere al presidente rispetto all’Assemblea, e che prevedeva l’abolizione del senato. 

28 febbraio 1997 – non si trattò di un vero colpo di stato ma è considerato tale dal momento che i militari intimarono e ottennero che il primo ministro Necmettin Erbakan si dimettesse. Il partito del Welfare (RP) fu abolito e dalle sue ceneri nacque il Partito della Virtù. 

15 luglio 2016 – i militari tentano un colpo di stato, occupando le televisioni, bloccando le principali città e imponendo il coprifuoco. Dopo una notte di caos e di scontri il presidente Erdogan dichiara fallito il colpo di stato e annuncia che il governo legittimo ha il pieno controllo della situazione. 

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