Icona app
Leggi TPI direttamente dalla nostra app: facile, veloce e senza pubblicità
Installa
Banner abbonamento
Cerca
Ultimo aggiornamento ore 11:51
Immagine autore
Gambino
Immagine autore
Telese
Immagine autore
Mentana
Immagine autore
Revelli
Immagine autore
Stille
Immagine autore
Urbinati
Immagine autore
Dimassi
Immagine autore
Cavalli
Immagine autore
Antonellis
Immagine autore
Serafini
Immagine autore
Bocca
Immagine autore
Sabelli Fioretti
Immagine autore
Guida Bardi
Home » Esteri

La Turchia ha chiesto agli Stati Uniti l’arresto di Gulen

Immagine di copertina

Ankara ritiene che il religioso turco in autoesilio in Pennsylvanya dal 1999 sia il responsabile del fallito golpe di metà luglio

Ankara ne è sempre stata convinta: dietro il tentativo di colpo di stato della notte tra il 15 e il 16 luglio c’era lui, Fethullah Gulen, religioso turco  in autoesilio negli Stati Uniti dal 1999. 

Ma Gulen ha sempre negato qualsiasi coinvolgimento e respinto al mittente le accuse, mentre in Turchia si consumava un giro di vite che ha portato all’estromissione dai propri incarichi di oltre centomila persone tra membri delle forze armate e impiegati pubblici, 40mila dei quali sono stati arrestati.

Il presidente turco Recep Tayyip Erdogan aveva chiesto che l’uomo venisse consegnato alle autorità turche e il primo ministro aveva velatamente minacciato gli Stati Uniti asserendo che il suo governo avrebbe considerato nemico qualsiasi paese gli avesse dato asilo. 

Oggi, martedì 13 settembre 2016, è stato reso noto che la Turchia ha inoltrato richiesta formale agli Stati Uniti perché procedano all’arresto di Gulen, residente in Pennsylvania, con l’accusa, per l’appunto, di aver orchestrato il fallito golpe.

Erdogan ha discusso la questione con il presidente americano Barack Obama durante il recente G20 in Cina. La decisione sulla sorte di Gulen, avrebbe detto Obama, sarà legale e non politica.

Erdogan ha detto che Washington non ha scuse per tenere Gulen negli Stati Uniti. Tuttavia, anche se l’arresto del religioso sarebbe il primo passo verso l’estradizione, il processo potrebbe richiedere anni.

Qualora venisse approvata da un giudice, la richiesta di estradizione dovrebbe comunque essere sottoposta al segretario di Stato americano che la dovrebbe valutare non solo dal punto di vista legale ma prendendo in considerazioni altri fattori, come quello umanitario.

Ti potrebbe interessare
Esteri / Mondiale per Club, Trump resta sul palco con il Chelsea. Il capitano Reece James: “Non voleva scendere”
Esteri / Ucraina, Trump annuncia: “Invieremo missili Patriot a Kiev ma li pagherà l’Unione europea”
Esteri / Dazi Usa, l’Europa tratta con Trump. Von der Leyen: "Contromisure sospese"
Ti potrebbe interessare
Esteri / Mondiale per Club, Trump resta sul palco con il Chelsea. Il capitano Reece James: “Non voleva scendere”
Esteri / Ucraina, Trump annuncia: “Invieremo missili Patriot a Kiev ma li pagherà l’Unione europea”
Esteri / Dazi Usa, l’Europa tratta con Trump. Von der Leyen: "Contromisure sospese"
Esteri / Gaza, raid di Israele colpisce la folla in fila per l’acqua: uccisi 10 bambini. L’Idf: “Errore tecnico”
Esteri / Trump: “Dall’1 agosto dazi al 35 per cento per il Canada, oggi la lettera all’Unione europea”
Esteri / Francesca Albanese spiega a TPI “l’economia del genocidio” a Gaza e in Cisgiordania: “I profitti sono più
importanti della vita
dei palestinesi”
Esteri / Al-Qaeda è tornata in Afghanistan ed è più viva che mai
Ambiente / È uscito il nuovo numero di The Post Internazionale. Da oggi potete acquistare la copia digitale
Esteri / Cosa succede se Armenia e Azerbaigian fanno davvero pace
Esteri / Conferenza sull’Ucraina a Roma, Meloni: “Mosca ha fallito, costruiremo insieme il vostro miracolo economico”