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Home » Esteri

Trump e Netanyahu pronti ad attaccare l’accordo sul nucleare con l’Iran

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Un incontro tra i due leader durante il viaggio di Trump in Israele. Credit: Ronen Zvulun

I due leader si incontrano a New York alla vigilia del giorno in cui terranno i loro discorsi all'Assemblea generale delle Nazioni Unite. Entro ottobre Trump dovrà decidere se mantenere l'accordo con Tehran

L’accordo sul nucleare raggiunto tra l’Iran e le potenze mondiali nel 2015 sarà sottoposto a un duro test alle Nazioni Unite questa settimana, nel corso della quale il presidente degli Stati Uniti Donald Trump e il premier israeliano Benjamin Netanyahu intendono lanciare un attacco congiunto contro il documento, redatto dopo 18 mesi di negoziati con l’amministrazione Obama.

In passato Trump aveva definito l’accordo, che prevede l’eliminazione delle sanzioni contro Tehran se il governo iraniano interromperà il suo programma nucleare, “il peggiore mai negoziato” da Washington.

Trump e Netanyahu si incontreranno oggi, lunedì 18 settembre, a New York. Martedì 19 settembre terranno i loro discorsi all’Assemblea generale delle Nazioni Unite, con i quali sottolineeranno probabilmente la minaccia rappresentata dall’Iran nel Medio Oriente.

Entro la metà di ottobre Trump dovrà decidere se certificare che Tehran sta mantenendo fede all’accordo. Se non lo farà, nei 60 giorni successivi il Congresso degli Stati Uniti deciderà se reintrodurre le sanzioni cancellate in base al patto.

Le nazioni europee stanno provando a convincere il presidente a tenere fede all’accordo, mentre Israele spinge per aumentare la pressione sull’Iran, paese storicamente suo rivale nella regione.

“La nazione iraniana manterrà saldamente le sue posizioni onorevoli e dignitose per quanto riguarda l’accordo sul nucleare e reagirà a ogni mossa sbagliata da parte del sistema egemonico”, è il commento del leader iraniano Sayyed Ali Khamenei, alla vigilia dell’incontro tra Trump e Netanyahu.

La prospettiva che Washington si rimangi le promesse fatte preoccupa i suoi alleati, come riporta l’agenzia Reuters, sopratutto alla luce di un’altra crisi nucleare in corso, quella con la Corea del Nord.

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