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Home » Esteri

Un transgender cinese vince la prima causa per licenziamento illegittimo

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ll ventottenne attivista Lgbt aveva intrapreso una causa nei confronti della clinica Ciming che lo aveva discriminato a causa del suo aspetto estetico

Chen è il primo transgender che in Cina ha vinto una battaglia legale contro la sua azienda per essere stato ingiustamente licenziato a causa del suo aspetto fisico. 

S&D

Il ventottenne e attivista Lgbt aveva infatti intrapreso una causa nei confronti della clinica Ciming, nella città sudoccidentale di Guiyang, che lo aveva discriminato a causa del suo aspetto estetico.

Fin da ragazzo Chen ha sempre sentito di appartenere al genere maschile pur avendo il corpo di una donna e ha spiegato al quotidiano britannico The Guardian di aver dovuto combattere da sempre contro le discriminazioni, nonostante la comprensione trovata in famiglia: i suoi genitori gli hanno permesso di vestirsi e comportarsi come un ragazzo, mentre a scuola insegnanti e compagni di classe gli hanno reso la vita complicata. Difficoltà che sono emerse anche nella ricerca di un lavoro e al momento di eventuali promozioni.

Quando Chen aveva presentato il suo caso, alcune dichiarazioni rilasciate a un quotidiano locale da un manager della clinica sembravano confermare che il licenziamento fosse legato agli abiti indossati da Chen: “L’aspetto di Chen in realtà non si adattava ai nostri standard”.

Il giovane, licenziato senza giusta causa dopo una sola settimana di lavoro, ha ottenuto 2.000 yuan di risarcimento ( 276 euro), un mese di stipendio, e le scuse ufficiali dell’azienda.

Chen, soddisfatto per la sentenza, ha però spiegato al The Guardian che il suo obiettivo non era il risarcimento economico, ma che la battaglia legale era mossa da tre motivazioni principali: “Dignità personale, sensibilizzazione dell’opinione pubblica al tema dei transgender e altre minoranze sessuali, e spingere la legislazione a combattere la discriminazione sessuale”. 

“Molte persone subiscono discriminazioni sul posto di lavoro, ma non osano dichiararlo”, ha detto Chen. “Mi sono sentito investito della responsabilità di fare qualcosa.”

La Cina continua a essere profondamente conservatrice quando si tratta di sesso e sessualità. L’essere gay è stato depenalizzato solo nel 1997 e fino al 2001 era considerato una malattia mentale dalla società cinese di psichiatria. Secondo una ricerca condotta dall’istituto di ricerca statunitense Pew, solo il 21 per cento della popolazione cinese accetta l’omosessualità. 

“Non sono molto ottimista sul fatto che la situazione occupazionale delle persone transgender cambierà dopo questo caso”, ha detto Wang Yongmei, uno dei legali che si sono occupati del caso di Chen. “Non abbiamo una legislazione anti-discriminazione e temo che la lezione che verrà fuori da questa vicenda sarà quella di cambiare l’intolleranza diretta in un pregiudizio indiretto.”

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