La guerra civile in Sudan (di cui non parla quasi nessuno) ha già massacrato migliaia di civili
Le Rsf, Forze di supporto rapido, hanno preso il controllo di El-Fasher, capitale del Darfur Settentrionale in Sudan. La città, sotto assedio da diciotto mesi nella totale indifferenza dell’Occidente, è stata conquistata la scorsa domenica dalle milizie guidate da Mohamed Hamdan Dagalo, in guerra con l’esercito sudanese dal 2023. Il giorno successivo, il capo dell’esercito sudanese Abdel Fattah al-Burhan ha confermato la caduta della città e annunciato in un discorso tv il ritiro dei suoi soldati: “Abbiamo accettato il ritiro da El-Fasher verso un luogo più sicuro per evitare la distruzione totale della città e salvare la vita dei civili ancora presenti”. al-Burhan, poi, ha promesso di riconquistare la città: “Possiamo capovolgere la situazione e restituire alla nazione ogni terra profanata da questi traditori”.
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L’esercito sudanese, inoltre, ha accusato le Rsf di aver “giustiziato più di duemila civili disarmati”, distrutto tutte le strutture sanitarie, le fonti d’acqua e le centrali elettriche. Le Nazioni Unite hanno chiesto un cessate il fuoco immediato sottolineando il rischio di “ulteriori violazioni e atrocità su larga scala, motivate da motivi etnici” e denunciando esecuzioni di civili che cercavano di fuggire. Pur essendo difficile stimare l’entità esatta dei massacri, le immagini satellitari pubblicate in un report dell’Humanitarian Research Lab (Hrl) dell’Università di Yale mostrano diversi casi di “scolorimento rossastro della terra”.
In parole povere: sono state uccise talmente tante persone che il sangue si riesce a vedere persino dal satellite. Nelle immagini, oltre ai corpi umani abbandonati sulle strade, si vedono veicoli militari all’inseguimento di civili e gruppi di persone giustiziate in massa Azioni che, secondo l’università statunitense, potrebbero costituire crimini di guerra, crimini contro l’umanità e configurare un “processo sistematico e intenzionale di pulizia etnica”. La guerra civile in Sudan ha avuto inizio il 15 aprile 2023 e ha provocato una delle crisi umanitarie più gravi della storia recente. Secondo l’Onu, oltre 150mila persone sono rimaste uccise dall’inizio del conflitto mentre 14 milioni di civili sono stati sfollati.
