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Home » Esteri

Siria, la Turchia apre i rubinetti: più di 80mila migranti hanno attraversato il confine verso l’Europa

Immagine di copertina
Credit: Gianluca Costantini

Da quando la Turchia ha aperto i confini verso la Grecia, migliaia di migranti hanno provato a intraprendere il viaggio per raggiungere l'Europa ma la Grecia risponde con una violenta repressione alla frontiera

Siria, più di 80mila migranti hanno attraversato il confine verso l’Europa

La situazione al confine tra Turchia e Grecia si fa insostenibile.

S&D

Da quando la Turchia ha dichiarato di non poter gestire la quantità di persone che fuggono dalla guerra in Siria, aprendo così i confini verso la Grecia, migliaia di migranti hanno provato a intraprendere il viaggio per raggiungere l’Europa.

Secondo quanto reso noto capo della comunicazione del presidente Recep Tayyip Erdoğan, Fahrettin Altun, sarebbero oltre 80mila le persone che avrebbero attraversato nelle ultime ore il confine con l’Ue nei pressi di Edirne.

Mentre una nuova ondata di almeno duemila persone migranti, tra cui donne e bambini, è arrivata alla frontiera tra Turchia e Grecia, proveniente da Istanbul.

In mattinata il ministro degli Interni turco, Suleyman Soylu, aveva parlato di 76.358 migranti che avevano già varcato il confine attraverso la provincia di Edirne per entrare in Europa.

 

La decisione del presidente turco Recep Tayyip Erdogan di aprire il confine è arrivata dopo che almeno 33 soldati turchi sono stati uccisi in una serie di attacchi aerei nella provincia di Idlib, nel nord della Siria la scorsa settimana.

Dal canto suo la Grecia ha risposto bloccando tutte le nuove domande di asilo per il prossimo mese e ha aumentato al massimo il livello di controllo, come annunciato dal primo minisitro Kyriakos Mitsotakis.

La Turchia ospita 3,7 milioni di rifugiati, non solo siriani ma anche provenienti da altri Paesi come l’Afghanistan; ma in precedenza aveva impedito loro di partire per l’Europa dopo aver sottoscritto un accordo con l’Ue ancora nel marzo 2016 e poi rinnovato.

Erdogan però ha accusato Bruxelles di aver infranto le promesse fatte nel 2016, quando Ankara aveva accettato di contribuire a “rafforzare” il confine sud-occidentale dell’Unione europea, di fatto trattenendo i migranti in cambio di 3,6 miliardi.

Gli scontri al confine tra Grecia e Turchia

È così che Recep Tayyip Erdogan ha attivato il suo piano facendo esplodere la bomba umanitaria alle porte della Grecia che, messa in ginocchio, risponde con una preoccupante ondata di violenza per arginare i migranti al confine.

Dopo Evros, nel Nord del paese, dove la polizia è ormai sopraffatta e sta sparando con i gas lacrimogeni contro famiglie con bambini che cercano un varco nel filo spinato, la nuova ondata travolge anche Lesbo.

 

L’agenzia dell’Unione europea per la protezione delle frontiere, Frontex ha dichiarato di essere in “stato di allerta” ai confini dell’Europa con la Turchia.

Le popolazioni greche al confine con il Paese sul Bosforo stanno cercando di impedire l’entrata alle circa 117mila persone ammassate alla frontiera, dove Atene ha dispiegato l’esercito.

Funzionari greci avevano dichiarato di aver fermato in precedenza quasi 10mila profughi mentre attraversavano il confine terrestre con la Turchia.

Nei giorni scorsi, la polizia greca ha lanciato gas lacrimogeni per respingere i migranti in arrivo dalla Turchia.

I lacrimogeni sono stati lanciati contro un gruppo di alcune centinaia di migranti, tra cui donne e minori, che stavano attraversando a piedi il confine di Edirne-Pazarkule, prima di essere respinti da lacrimogeni e cariche della polizia. A riportare la notizia l’inviata sul posto della Cnn turca.

Muore un rifugiato siriano al confine con la Grecia

Oggi, lunedì 2 marzo, un rifugiato siriano è stato ucciso dalla polizia greca mentre cercava di entrare in Grecia a seguito dell’alleggerimento dei confini turchi per permettere ai siriani in fuga di raggiungere l’Europa.

Si tratta di Ahmed Abu Emad, un rifugiato siriano di Aleppo, che è stato colpito alla gola dalle forze di sicurezza greche ed è morto in seguito alla ferita riportata questa mattina.

Emad era uno delle centinaia di migliaia di rifugiati che stanno tentando di attraversare il confine nella speranza di cominciare una nuova vita in Europa. Il suo corpo è stato riportato in Turchia.

A Lesbo, invece, un bambino è morto durante il tentativo di sbarco di un gruppo di migranti a Mitilini (isola di Lesbo, Grecia).

Il barcone – partito dalla vicina costa turca – si è ribaltato quando è stato avvicinato da un’unità della Guardia costiera greca. Secondo quest’ultima, 46 persone sono state salvate. Il cadavere del bambino è stato rinvenuto poco dopo. Nella notte 5 barche sono giunte sull’isola, due sono arrivate a Chios e altre due a Samos.

Siria, operazione “Scudo di Primavera” a Idlib

Nella giornata di ieri, domenica primo marzo, la Turchia ha avviato l’Operazione Scudo di Primavera dopo l’uccisione dei suoi 34 soldati a Idlib, nella zona di de-escalation nel nord-ovest della Siria, subito al di là del confine meridionale turco.

L’unico obiettivo della Turchia in questa operazione sono i soldati del regime di Assad e gli elementi di autodifesa nazionale presenti a Idlib, ha dichiarato il ministro della Difesa Hulusi Akar.

La Turchia, che ha appoggiato i ribelli che combattono contro Assad per gran parte del conflitto in corso da nove anni in Siria, ha intensificato il suo intervento nei giorni scorsi in risposta all’uccisione di 34 soldati turchi a Idlib. Ieri Ankara ha abbattuto due aerei siriani a Idlib e ha colpito almeno un aeroporto militare nella provincia di Aleppo, portando la battaglia in profondità nel territorio controllato da forze fedeli ad Assad.

Il ministro della Difesa Hulusi Akar ha affermato che anche le forze turche hanno distrutto otto elicotteri, decine di carri armati e cinque sistemi di difesa aerea.

“Tutti gli attacchi (siriani) sono stati oggetto di ritorsioni da parte delle forze armate turche nel modo più pesante senza esitazioni e continueranno a essere oggetto di ritorsioni”, ha affermato l’agenzia di stampa statale Anadolu.

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