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Home » Esteri

Roman Malyk, il responsabile della mobilitazione russa trovato impiccato a una recinzione

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In capo a lui c’erano le decisioni su chi e in quali modalità rientrasse nel sistema della mobilitazione militare parziale proclamata da Putin a metà settembre per far fronte alla controffensiva ucraina: Roman Malyk, responsabile del reclutamento nella regione sudorientale del Territorio del Litorale (Primorsky Krai) e stretto collaboratore del presidente russo, è stato trovato morto impiccato nella città di Partizank, la cui amministrazione comunale ne ha annunciato il decesso la sera del 14 ottobre sul social russo VKontakte. Avviate indagini su quanto accaduto, si indaga per omicidio ma non si esclude l’ipotesi si sia trattato di un suicidio.

S&D

Il media indipendente russo Meduza ha riportato che il corpo del generale è stato trovato “vicino a una recinzione” con segni che potrebbero far pensare si sia tolto la vita. Lo stesso sito afferma però che le persone della cerchia di Malyk escludono si sia trattato di un suicidio. Gli amici e la famiglia lo descrivono come “Un uomo forte e coraggioso” secondo amici e familiari, mentre su Telegram l’amministrazione comunale di Partizank lo ricorda come un generale rispettato per la sua onestà. La morte di Roman Malyk arriva in un contesto che vede un numero sempre crescente di attacchi segnalati agli uffici di mobilitazione dell’Ucraina in tutta la Russia, visto l’aumentare del risentimento verso la mobilitazione voluta da Putin. Squadre di ufficiali di arruolamento armati che lavorano a stretto contatto con la polizia hanno costretto gli uomini a entrare nell’esercito in molte città russe, riferisce The Mirror.

Alcuni invece sono riusciti a scappare: un gruppo di 23 russi è arrivato fino in Corea del Sud per scappare dalla chiamata alle armi. A inizio mese invece una coppia si era portata fino in Alaska per evitare di dover combattere. Sono già 222mila – stando a quanto dichiarato da Putin ad Astana due giorni fa – le nuove reclute richiamate nell’esercito, su un totale atteso di 300mila. I mobilitati ricevono un primo addestramento di base della durata di massimo 10 giorni e poi un altro ancora che può durare fino a due settimane, poi vengono impiegati secondo il bisogno dei generali sul campo.

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