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Home » Esteri

Roma con gli occhi degli altri: così la Città eterna non è più Caput Mundi

Immagine di copertina
Credit: AGF

Il rischio “Disneylandizzazione”. I tempi dei cantieri. Il problema “overtourism”. E la distanza tra ambizioni, aspettative e realtà. All’estero la Capitale è ancora identificata con i suoi problemi atavici. Come altre capitali europee

La città del Papa e dei rifiuti, della Dolce vita e del traffico. Non necessariamente in quest’ordine. Per chi guarda dall’estero Roma è, per molti versi, sempre uguale a se stessa. Dalle Idi di marzo ai Borgia, la storia e i monumenti della Città Eterna continuano a essere evocati dai giornali per raccontare la crisi politica del momento. A fare da sfondo ci sono i problemi atavici della capitale, dalle buche ai cantieri in perenne ritardo, a cui si accompagnano problemi comuni alle altre capitali europee, come l’aumento delle disuguaglianze e l’”overtourism”.

Timori fondati?
All’estero come in Italia, il timore della «disneylandizzazione» del centro sta prendendo più spazio nella narrazione della città, come avviene anche per altre capitali prese d’assalto dai turisti. Un tema a cui Le Monde a inizio anno ha dedicato un reportage, prendendo spunto dall’introduzione di un biglietto da due euro per avvicinarsi alla Fontana di Trevi.
Una misura che, secondo il corrispondente Allan Kaval, viene vista da alcuni romani come un «presagio della definitiva trasformazione del centro della loro città in un parco divertimenti» ossia «un luogo in cui per i comuni cittadini non ci sarà più posto». Rappresenta quindi la spia di un cambiamento, che mostra come «la città si stia ritirando per lasciare posto al suo fantasma».
Una trasformazione che minaccerebbe anche una delle ricette più emblematiche della cucina romana: la carbonara, diventato uno dei piatti più riconoscibili a livello mondiale ma anche un «simbolo della lotta contro la turistificazione». A dirlo è El País che cita una recente campagna a favore del “patto della carbonara” per limitare il prezzo di una porzione a 12 euro. Per il quotidiano spagnolo l’iniziativa è punto di partenza per parlare di «gentrificazione», descritta come l’aumento del costo della vita in un quartiere o in una città dovuto all’«afflusso massiccio» di visitatori o nuovi residenti con maggiore potere d’acquisto, che costringe chi normalmente viveva in una zona a trasferirsi. Per quanto riguarda la carbonara, quindi, «quello che un tempo era un pasto quotidiano che quasi tutti potevano permettersi non è più così»: una volta un piatto di mezze maniche con guanciale, uovo e pecorino si trovava a 8 euro, oggi può costarne più di 16. «Lo stesso vale per l’affitto, i negozi di quartiere e la vita quotidiana in città».

Il “Miracolo” del Giubileo
L’aumento del costo della vita e la difficoltà a trovare case a prezzi accessibili  sta mettendo ancora più pressione su una città che quest’anno ha ospitato milioni di pellegrini in arrivo da tutto il mondo (le stime prima dell’apertura della Porta santa erano di oltre 30 milioni di arrivi). Un afflusso che rischia di portare quasi «al punto di rottura» le infrastrutture della città, secondo la corrispondente del Financial Times Amy Kazmin, che lo scorso dicembre ha messo in guardia dalle difficoltà a cui sarebbe andata incontro la città, in cui servizi come trasporti e raccolta dei rifiuti erano già allo stremo. Anche sul fronte abitativo, l’ondata di turisti e pellegrini ha finito per togliere dal mercato degli affitti abitazioni destinate ai residenti, aggravando la crisi abitativa. Il verdetto, sintetizzato nel titolo, era che Roma avrebbe avuto bisogno di un «miracolo» per farsi trovare pronta per il giubileo, visti anche i ritardi per i molti progetti che la capitale aveva in programma per l’anno santo.
L’avvertimento non è stato ignorato dal sindaco Roberto Gualtieri, che ha scritto al quotidiano londinese per assicurare che, nonostante i «ritardi di alcuni mesi causati dalla caduta inaspettata del governo Draghi» nessun progetto, con l’eccezione di un parcheggio, «è stato rimosso dal piano originale». «I numerosi cantieri in corso creano qualche disagio, ma sono segno di una città viva», aveva aggiunto il sindaco di Roma, il quale già a novembre aveva promesso che tutti gli interventi previsti originariamente 117, poi diventati 322, si sarebbero conclusi in tempo.

Il “Maestro” dei social
Gli evidenti ritardi, certificati a luglio anche dalla Corte dei conti, non sembrano comunque aver frenato l’entusiasmo del sindaco dem per i cantieri, che ormai occupano un posto centrale nella comunicazione sui social. Al punto da essere diventato, secondo la Frankfurter Allgemeine Zeitung, un «maestro» degli «appuntamenti con il casco» per inaugurare strade, ponti e stazioni, e un esempio da seguire per i suoi colleghi europei. Questo grazie alla particolare strategia comunicativa che lo ha reso il sindaco europeo che riscuote maggior successo sui social, con circa 200mila follower su Instagram e oltre 6 milioni di like su TikTok.
Il modo di comunicare di Gualtieri, descritto come «un sogno per gli appassionati di ruspe», punta a superare le perplessità dei cittadini e cambiare la percezione dei cantieri, da fonte di disagi a segnale di miglioramento. Fino a offrire una ricetta opposta da quella seguita per i canali social di leader «populisti» come Matteo Salvini, nei quali prevarrebbero messaggi semplificati ed estremi per raccogliere consenso sui social. I post del segretario della Lega, e ministro dei Trasporti, ricordano uno «spettacolo horror», dove «chiunque esca di casa ha l’impressione che un migrante stia per pugnalarlo alle spalle». La scelta dei collaboratori di Gualtieri è stata invece di concentrarsi sui piccoli progressi di ogni giorno, pubblicando anche video che non diventeranno virali, per dare la percezione di un’amministrazione che lavora per migliorare la città.

Nuovi progetti
Questo non significa rinunciare a progetti ambiziosi. Come quello per la pedonalizzazione dei Fori Imperiali, che prevede la realizzazione di un anello pedonale che dovrà collegare l’intera area centrale della città, dal Colosseo al Campidoglio fino alle Terme di Caracalla. Dal costo di quasi 19 milioni di euro, sarà, una volta terminata, la più grande area archeologica urbana del mondo. I tempi non saranno brevi: la piena pedonalizzazione di Via dei Fori Imperiali arriverà solamente con l’apertura della stazione della Metro C a piazza Venezia, prevista nel 2033. Anche in questo caso non mancano i timori di trasformare Roma in una «Disneyland» per turisti, citati dal New York Times al primo posto tra le critiche sollevate al progetto da dentro il Raccordo anulare. Secondo Gualtieri sarà invece un’occasione per i romani di «riappropriarsi di un luogo dove rivivere la bellezza della città eterna».
In altri casi a far discutere non sono stati solo i tempi ma la stessa fattibilità del progetto. Come il recente annuncio fatto all’Expo di Osaka, dove Gualtieri ha detto che punta a rendere balneabile il Tevere entro cinque anni, seguendo l’esempio di Parigi. Dopo aver speso complessivamente 1,4 miliardi di euro, la capitale francese è riuscita a disputare alcuni eventi delle Olimpiadi dell’anno scorso nella Senna, nonostante i ritardi e le polemiche dovute al rischio di contaminazione batterica, che ha spinto diversi atleti ad assumere farmaci per proteggersi dalle malattie. Da quando, il 1° luglio, il fiume di Parigi è stato aperto alla balneazione quasi 100mila persone hanno scelto di fare un tuffo. Un successo che ha spinto il comune a posticipare la fine della stagione, prevista inizialmente per il 31 agosto.

Qualche dubbio
Nel caso di Roma, secondo il sindaco, la spesa necessaria, se si decidesse di procedere, sarà meno ingente. A valutare il progetto sarà un «gruppo di lavoro» che collaborerà con governo e regione per pianificare gli eventuali investimenti. Il quotidiano britannico The Guardian ha registrato lo scetticismo di esperti e stampa italiana alla notizia, «soprattutto in un Paese in cui i lavori pubblici possono avere tempi notoriamente lunghi». Secondo un rapporto pubblicato dall’Ispra l’anno scorso, il Tevere è risultato il fiume che trasporta più rifiuti in Italia, mentre ad aprile, la missione Tara Microplastics ha pubblicato i risultati sull’inquinamento di alcune vie navigabili europee, che indicano per il Tevere una media di tre particelle di microplastica per metro cubo, un livello decisamente al di sotto delle oltre 20 particelle per metro cubo registrate nel Gange, in India, ma comunque poco rassicurante.
Anche secondo l’agenzia tedesca Dpa, ripresa da testate come Frankfurter Allgemeine Zeitung e Die Zeit, è «discutibile» che l’obiettivo possa essere effettivamente raggiunto entro i tempi annunciati. Ma Gualtieri è di diverso avviso. Secondo il sindaco, «Parigi è partita con livelli di inquinamento più elevati», mentre le autorità hanno già individuato «tre o quattro azioni necessarie» per garantire la balneazione anche a valle dell’Aniene, il tratto più critico. Un tuffo nel Tevere entro il 2030 è quindi «un obiettivo assolutamente realizzabile».

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