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Home » Esteri

Sono stati svelati i ritratti presidenziali di Michelle e Barack Obama

Immagine di copertina
Barack Obama guarda il ritratto della moglie Michelle realizzato dell'artista Kehinde Wiley. National Portrait Gallery dello Smithsonian, Washington, DC, 12 febbraio 2018 Credit: Mark Wilson/ Getty Images/ AFP

L'ex presidente ha scelto Kehinde Wiley, mentre la moglie ha voluto Amy Sherald, entrambi afroamericani

Sono stati esposti alla National Portrait Gallery dello Smithsonian i ritratti di Michelle e Barack Obama, davanti a una platea che includeva l’ex vicepresidente Joe Biden e il regista Steven Spielberg.

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Quella dei ritratti presidenziali è una consuetudine per ogni inquilino della Casa Bianca. I coniugi Obama hanno scelto i due artisti che li avrebbero immortalati da una lista di oltre 20 pittori.

L’ex presidente ha scelto Kehinde Wiley, 41 anni, proveniente da Los Angeles, famoso per i suoi ritratti di persone nere contemporanee, immortalati in pose epiche, che rimandano all’arte classica.

Si è formato alla Yale University, e i suoi tratti caratteristici sono l’utilizzo di colori forti, la scelta di pose eroiche, regali e audaci.

Si tratta del primo artista afroamericano a realizzare un ritratto ufficiale per la National Portrait Gallery.

Wiley, prima di realizzare il quadro, ha immortalato in migliaia di scatti il 44esimo presidente degli Stati Uniti.

“Che ne dici? È piuttosto forte”, le parole di Obama al momento della caduta del telone che copriva la tela.

“Avrei voluto meno capelli grigi, ma l’integrità artistica di Kehinde non gli ha permesso di esaudire il mio desiderio”, ha poi scherzato. “In realtà ho provato a chiedergli anche orecchie più piccole, niente, affondato anche su quello.”

“Quello che mi ha sempre colpito dei suoi lavori è la capacità di rappresentare e sfidare la nostra idee di potere, di privilegio”, ha detto poi Obama.

Il ritratto lo vede seduto con la giacca e senza cravatta su uno sfondo di fogliame verde.

Proprio la flora dietro all’ex presidente ha significati particolari: i crisantemi fanno riferimento al fiore ufficiale di Chicago; il gelsomino evoca le Hawaii, dove trascorse la maggior parte della sua infanzia, i gigli blu africani sono in onore del suo defunto padre keniota.

“Ho dovuto spiegare che ho abbastanza problemi politici senza che tu mi faccia assomigliare a Napoleone!”, si è rivolto infine all’autore.

Wiley ha dichiarato: “In modo molto simbolico, ho tracciato il suo percorso sulla terra attraverso quelle piante che si intrecciano. C’è una lotta tra lui in primo piano e le piante che stanno cercando di annunciarsi sotto i suoi piedi. Chi diventa la star dello show? La storia o l’uomo che abita quella storia?”.

Michelle, al momento della scoperta del quadro del marito, si è detta “sopraffatta, a dir poco”.

La ex “First lady”, invece, ha scelto per il suo ritratto una pittrice afroamericana di Baltimora, Amy Sherald.

Classe 1973, si contraddistingue per i suoi dipinti che mettono in rilievo temi di giustizia sociale.

I suoi disegni puntano sull’utilizzo di sfumature di grigio sulla pelle nera dei suoi soggetti, come se volesse sbiancarli.

A differenza di Wiley tende meno al realismo, puntando maggiormente sulla forma e il colore.

Michelle Obama, al momento della scoperta del ritratto, ha parlato del significato che il lavoro di Sherald avrebbe avuto su “ragazze e ragazze di colore”.

“Vedranno l’immagine di qualcuno come loro, che sembra una di loro, appeso alle pareti di questa grande istituzione americana… E conosco il tipo di impatto che questo significherà per la loro vita perché io ero una di quelle ragazze”, le sue parole.

Il marito Barack ha voluto ringraziare l’artista, “per aver catturato in modo così spettacolare la grazia, la bellezza e l’intelligenza, il fascino e l’eccitazione della donna che amo”.

I due ritratti non saranno esposti insieme. Quello del presidente emerito sarà appeso nella sala dei presidenti, mentre quello dell’ex first lady sarà collocato in un’altra galleria.

Questi sono altri ritratti di Amy Sherald e di Kehinde Wiley.

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