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In Grecia si terrà un referendum sul debito

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Il premier greco Alexis Tsipras ha annunciato ai cittadini un referendum per decidere se accettare o meno la proposta formulata dai creditori internazionali sul debito

Il primo ministro greco Alexis Tsipras ha riferito questa notte ai suoi cittadini che sarà indetto un referendum per decidere se accettare o meno la proposta formulata dai creditori internazionali riguardo il debito della Grecia.

In seguito a una riunione del governo convocata d’urgenza, Tsipras ha stabilito che il pacchetto di misure di austerity proposto dai Paesi creditori sarà sottoposto al giudizio dei cittadini greci. Il referendum si terrà il prossimo 5 luglio.

“Dopo cinque mesi di difficili negoziati i nostri partner, purtroppo, hanno fatto alla Grecia una proposta che suona come un ultimatum”, ha detto Tsipras nel suo discorso. “Un ultimatum in contrasto con i principi e i valori su cui l’Europa è stata fondata”.

Il primo ministro, che solo alcune ore prima aveva rifiutato le riforme proposte dopo diversi giorni di colloqui a Bruxelles, ha detto che i greci avranno la responsabilità storica di rispondere a questo ultimatum.

Tsipras ha detto che le riforme sono “un ricatto per farci accettare severe e umilianti misure di austerità senza fine, e senza la prospettiva di poter crescere socialmente ed economicamente”.

Definendo il voto come “una decisione storica”, il primo ministro ha riferito di aver informato i leader di Francia e Germania e il capo della Banca centrale europea, Mario Draghi, riguardo la decisione.

“Ho chiesto loro di estendere per alcuni giorni le nostre attuali misure di salvataggio in modo da permettere lo svolgimento del processo democratico”.

La Grecia deve restituire ai Paesi creditori il proprio debito, pari a 1.6 miliardi di euro, entro il prossimo 30 giugno.

Numerosi greci, tuttavia, temono che questa situazione possa portarli a perdere il controllo sui loro risparmi: per questa ragione ad Atene si sono formate subito numerose code di fronte alle banche, composte da cittadini che sono corsi a ritirare tutti i propri risparmi.

In risposta al timore diffusosi tra la popolazione, il portavoce del governo greco, Gavriel Sakellarides, ha chiarito che il referendum non metterà in pericolo la posizione della Grecia in Europa.

“La domanda del referendum non è se rimarremo nell’Eurozona o meno. Il popolo greco non deve avere paura”, ha riferito.

Ma Tsipras, salito al potere cinque mesi fa con il partito di sinistra radicale Syriza e un programma basato sulla fine delle politiche di austerità, non ha nascosto la sua posizione riguardo l’accordo.

I greci, ha detto il premier, saranno sottoposti a “un’umiliazione e un ricatto”. “Queste proposte, che vìolano chiaramente le regole europee e i diritti fondamentali dei lavoratori, dell’uguaglianza e della dignità, mostrano che il tentativo di alcuni dei nostri partner e delle istituzioni non è un accordo percorribile per tutti, ma piuttosto l’umiliazione di un intero popolo” ha detto.

“Ad ogni modo, mi impegno personalmente a rispettare la vostra scelta democratica, qualsiasi essa sia”, ha aggiunto Tsipras. Il parlamento greco si riunirà d’urgenza domenica 28 giugno per poter convocare il referendum in accordo con la costituzione.

Diversi ministri, in seguito alla riunione del consiglio dei ministri, hanno detto che non sosterranno le “misure barbariche” chieste ad Atene dai Paesi stranieri.

Tra questi il ministro dell’Energia Panagiotis Lafazanis, membro della corrente di sinistra di Syriza, ha dichiarato il suo sostegno a votare contro le misure di austerità, che porterebbero a diffondere la “miseria e il saccheggio” del Paese, in corso da quando cinque anni fa è esplosa la crisi del debito.

Leggi Cos’è Syriza, senza giri di parole 

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